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Le dimensioni della testa di un cane, e il rapporto tra lunghezza e larghezza del cranio, possono essere indicatori affidabili della sua forza e della sua abilità nella corsa.
La ricerca, condotta da William Helton del Dipartimento di Psicologia dell' Università di Canterbury, pare non essere limitata ai soli cani. La stessa tecnica di analisi delle dimensioni del cranio potrebbe essere applicata ad altri animali, esseri umani inclusi, e suggerisce che le prestazioni fisiche siano legate ad una serie di compromessi tra la struttura fisica e le capacità fisiologiche.
E' facile che un cane o un essere umano siano incredibilmente veloci o straordinariamente forti. Ma è assai più raro che possano essere entrambe le cose. "Nel mondo reale" spiega Helton, "è difficile essere veloci ed efficienti nella corsa, ed essere contemporaneamente forti. La natura non ci fornisce un budget illimitato, e spesso i compromessi portano a limiti fisici".
Helton ha condotto la sua ricerca su 217 cani, analizzando le loro prestazioni durante eventi sportivi. I cani brachicefali, dotati cioè di un muso corto e largo come Carlini e Bull Dog, si sono dimostrati i cani più forti. Al contrario, i cani dolicocefali come Husky e Levrieri, sembrano essere i più adatti alla corsa, sia in termini di velocità che di efficienza.
Osservando le dimensioni, l'ampiezza e la forma del cranio di un cane, è possibile dire quale sia la sua abilità nella corsa veloce o di resistenza, o la sua forza fisica quando si tratta di spingere o tirare un carico.
"La mia supposizione" dice Helton "è che il cane più forte in assoluto potrebbe essere un mastino (come il San Bernardo). Il cane più forte in proporzione alla sua dimensione è stato l'American Pit Bull Terrier. Il cane più veloce è senza dubbio un levriero, come il Greyhound. Altri cani sono adatti alla corsa di resistenza, come gli Husky".
Anche l'addestramento, l'alimentazione e la personalità possono determinare le capacità fisiche di un cane. "Una testa affusolata o larga è semplicemente un tratto scheletrico che funge da indicatore di altre caratteristiche scheletriche".
Lisa Peterson, portavoce dell'American Kennel Club, sembra concordare con i risultati ottenuti da Helton. "Hanno senso, specialmente alla luce del fatto che gli allevatori hanno cercato negli anni di migliorare alcuni tratti, come la velocità e la resistenza. Lo stesso vale per i cavalli. I cavalli da corsa hanno teste più affusolate rispetto ai cavalli da tiro".
La stessa metodologia pare essere applicabile anche ai primati, essere umano compreso. Gli esseri umani hanno un cranio più affusolato di quello delle grandi scimmie, a dimostrazione del fatto che la velocità e la resistenza sono state caratteristiche molto importanti nei nostri antenati ominidi.
"Dato che non siamo veloci come i quadrupedi, siamo decisamente ben adattati a correre per lunghi periodi sotto stress termici estremi, come fanno i maratoneti. Queste prestazioni sono possibili a spese della forza fisica. Le persone che lavorano con le grandi scimmie hanno immenso rispetto per il loro relativo vantaggio nelle gare di forza".
Dog Head Size Predicts Strength, Speed
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