Vi sono sempre opinioni contrastanti per ciò che riguarda il consumo di alcune droghe. Per non parlare dei governi, che cercano di reprimerne tanto la produzione quanto il consumo. È chiaro che esistono droghe che causano un effettivo danno fisico e mentale, in base al loro utilizzo, la manipolazione e la manifattura. Non tutte le persone possono consumare droga, o meglio, esistono droghe distinte per ogni persona.
È anche chiaro e comprovato il fatto che, mentre alcuni Paesi come gli Stati Uniti si sforzano di creare politiche antidroga e programmi internazionali per ridurre la produzione delle sostanze stupefacenti, esistono mafie gigantesche che interessano questi governi nella misura in cui vi fanno entrare tonnellate di droga, dalla cocaina all’eroina, in generale quelle che creano un danno fisico più grave. D’altra parte queste politiche tremano a causa di Paesi come la Colombia o il Perú, nei quali la produzione e la qualità della cocaina è talmente alta che la legalizzazione di questa droga potrebbe effettivamente generare nuovi flussi economici in grado di catapultare questi Paesi al di fuori della loro condizione di “Paesi emergenti”. Bisognerebbe ricordare le guerre dell’oppio della fine del secolo XIX solo come un esempio delle politiche e delle restrizioni messe a punto e poi fallite in tutto il mondo.
Vi sono le lunghe storie sull’LSD negli anni ’60, la tradizione dei poeti “Beat”, “The Doors of Perception” di Aldous Huxley, lo Space Rock , e tanti altri discorsi intorno al potere catalizzatore e visionario della droga. Tuttavia così come le droghe hanno generato molteplici rivelazioni, è altrettanto vero che forse hanno determinato anche lo svanire di grandi opportunità: molto si discute sul fatto che tutta una generazione fatta di LSD fosse di fatto completamente addormentata, cosa che gli ha impedito di dar vita a una vera e propria rivoluzione. Né si può dire che gli eccessi dell’eroina nella comunità punk della decade degli anni ’70, che con il suo spirito nichilista è stata, a tutti i livelli, il secondo punto più alto dell’arte nel secolo XX dopo il Dadaismo, inaugurato dal favoloso pirata Tabus Tzara.
Il Cannabis Cup torna quest’anno per tutti i fan della migliore marijuana del mondo. L’evento viene inaugurato nel 1987, per festeggiare quest’anno l’edizione numero 24. Come sempre nella città di Amsterdam, dove le leggi relative al consumo di droghe sono più flessibili. Fondato da Steven Hager, il Cannabis Cup consiste in una competizione nella quale diversi tipi di ramoscelli di marijuana, provenienti dai diversi “coffee shop” di Amsmterdam, vengono giudicati in base al colore, l’odore, la struttura e, ovviamente, il potere psicotropico. Oltre ad avere la possibilità di trovare la migliore marijuana presente sul mercato, il Cannabis Cup propone musica dal vivo e mostre di diversi prodotti relazionati al consumo di cannabis, nonché prodotti ecologici realizzati da questa pianta. Per ulteriori informazioni riguardo a questo evento consulta la seguente pagina web: http://cannabiscup2011.com/
Alexa Ray