(AGI) - Roma, 15 gen. - Non solo uno stupefacente, il cui utilizzo e' vietato in gran parte del mondo (anche se con progressive aperture, la piu' recente e importante e' quella degli Stati Uniti). La cannabis puo' anche essere usata a fini terapeutici, in dosi controllate o estraendone alcuni elementi per comporre farmaci in grado, secondo una serie di studi clinici ancora relativamente recenti, di lenire il dolore in una serie di gravi malattie e non solo. La cannabis, utilizzata fin dal neolitico come pianta medicinale, ha conosciuto una nuova centralita' nel dibattito scientifico dopo 80 anni di proibizionismo con lo psichiatra Lester Grinpsoon, che da Harvard negli anni '80 inizio' a chiedere studi scientifici aggiornati sugli effetti benefici della pianta per una serie di patologie. Da qui partono studi clinici poi sintetizzati in una metanalisi del 2001 le cui conclusioni sono chiare: la cannabis e' efficace nel dolore neuropatico e spastico. In particolare, puo' essere preziosa per alcuni sintomi della sclerosi multipla (spasticita', sintomi della vescica, qualita' del sonno". Non solo, studi piu' recenti si sono concentrati sulla Sla scoprendo anche qui interessanti possibilita' di utilizzo: una ricerca del 2010 pubblicata sull'American Journal of Hospice and Palliative Medicine conclude che oltre che effetti antidolorifici la cannabis puo' addirittura curare. "Nonostante la nostra comprensione dei meccanismi molecolari della sclerosi laterale amiotrofica (Sla) sia migliorata non esistono ancora terapie davvero efficaci. In questa malattia - scrivono i ricercatori - si verificano simultaneamente diversi processi fisiologici anormali che richiedono una terapia basata su una molteplicita' di farmaci. Incredibilmente la cannabis sembra agire in tutte queste aree. Questa sostanza ha infatti potenti effetti antiossidanti, anti-infiammatori e neuroprotettivi. Somministrata a topi con Sla, ha provocato un allungamento della vita delle cellule neurali, ha posticipato l'emergere dei sintomi e ha rallentato la degenerazione della malattia". I ricercatori concludono dichiarando che "basandosi sull'evidenza scientifica fin qui raccolta e' ragionevole pensare che la cannabis possa rallentare in modo significativo il progredire della Sla, potenzialmente allungare l'aspettativa di vita dei pazienti e ridurre significativamente i sintomi della malattia". Non solo: altri studi, in particolare uno del 2009 dell'Universita' di Madrid, hanno analizzato il possibile effetto del principio attivo della marijuana, il THC, nel trattamento di tumori: nei topi a cui e' stato iniettato si e' riscontrati effettivamente un processo di autodistruzione per autofagia delle cellule cancerogene.
Fonte: http://www.agi.it/cronaca/2016/01/15/news/cannabis_da_droga_a_farmaco_per_sla_e_sclerosi_multipla-422682/