Una storia decisamente radicata nel presente è alla base di ultima fatica del regista francese Jacques Audiard. La disperazione della guerra in Sri Lanka spinge gli abitanti di quelle terre a provare ogni via di fuga. Per questo motivo un uomo, una donna e una bambina fingeranno di essere una famiglia e si sposteranno in Francia, dove però la vita non è tutta rose e fiori.
Uno spunto elementare ma che lascia sicuramente spazio a tante tematiche che vanno dalla paura alla speranza, passando per la disperazione e la solidarietà del nucleo familiare. Audiard ha persino il tempo per provare a lanciare qualche freccia contro una fetta corrotta della società francese ancora troppo autonoma e libera di esercitare il suo potere come meglio crede. Il tutto in un film che comunque non si deve attaccare (poiché obiettivamente non ci sarebbe motivo di farlo) dal punto di vista stilistico o strutturale. In un climax interessante, la pellicola tiene sempre lo spettatore incollato allo schermo e (finale a parte) sono pochi i momenti deboli.
Eppure, ciò che manca notevolmente all'insieme è un respiro compatto e coinvolgente. L'emozione si palesa raramente e l'attenzione per il messaggio che il regista vuole trasmettere sfuma sempre di più con il passare dei minuti. Per dirlo in parole povere, il film si fa decisamente poco interessante. Un po' come accadde con il lavoro di Villeneuve, (presentato anch'esso in concorso qui al Festival), l'impressione è di assistere a qualcosa di decoroso ma privo di stimoli. Dheepan finisce ben presto per essere ricollocato nel limbo degli ignavi, un tassello anonimo all'interno della kermesse che comunque non fa male a nessuno. Seppure non faccia neppure bene.
Voto: 2/4