- Anno: 2015
- Durata: 102'
- Distribuzione: Walt Disney
- Genere: Animazione
- Nazionalita: USA
- Regia: Pete Docter
- Data di uscita: 19-August-2015
Se Inside Out della Pixar-Disney fosse stato presentato in concorso, avrebbe di sicuro dato del filo da torcere ai grandi favoriti della kermesse francese.
Quest’ultimo capolavoro di Pete Docter è incommensurabile. La piccola Riley viene al mondo e noi siamo immediatamente catapultati nella sua testa. Gioia, Tristezza, Paura, Disgusto e Rabbia sono le pulsioni operanti che la guidano nell’espressione delle emozioni, collezionano ricordi nella forma di palle colorate da immagazzinare, selezionano i ricordi cardinali, ovvero quelli che struttureranno la sua personalità e andranno a costruire delle isole-capisaldi caratteriali, accantonano gli episodi dimenticabili per fare spazio a nuove immagini. Nella cabina di comando, cinque creaturine-mood identificate da un colore (blu per la tristezza, rosso per la rabbia, giallo per la gioia, verde per il disgusto, viola per la paura) si coordinano non sempre armoniosamente per gestire le reazioni di Riley, che nel frattempo cresce e raggiunge serena gli undici anni. Cosa mai potrà succedere adesso? Si chiede Gioia, la leader del gruppo, colei che vorrebbe sempre intervenire per vedere la sua amata Riley felice. A undici anni Riley e i suoi genitori si trasferiscono dal Minnesota a San Francisco e per quanto Gioia sia sempre pronta a premere il pulsante del sorriso, Tristezza (un’adorabilissima occhialuta emo blu) non può fare a meno di toccare i ricordi di Riley, anche quelli cardinali, dando loro quella sfumatura blu-malinconica. Il trasloco a San Francisco è destabilizzante: la casa non è accogliente, i compagni di scuola e di hockey non sono come quelli lasciati, il padre è sempre impegnato con il nuovo lavoro, la pizza si trova solo i con i broccoli.
Quando Gioia e Tristezza vengono chiuse per sbaglio fuori dal quartier generale, la piccola Riley resterà in balia del trio allo sbaraglio Rabbia-Disgusto-Paura. Vi lasciamo immaginare quali catastrofiche – e divertenti da vedere – conseguenze comportamentali causerà questo scompenso emozionale. Mentre i tre stati d’animo sono a briglie sciolte nella gestione di Riley, Gioia e Tristezza cercano di fare ritorno nel quartier generale prima che sia troppo tardi. Il viaggio del ritorno verso il quartier generale è un’avventura piena di duri ostacoli che passa per il subconscio, per il luogo dei ricordi dimenticati e nei meandri della memoria. E come tutte le avventure che si rispettino, non può che portare a una scoperta fondamentale che cambierà per sempre la relazione tra le due emozioni contrastanti: più che occupare due polarità opposte, Gioia e Tristezza sono complementari e senza l’una l’altra perderebbe la sua ragion d’essere.
Vice-versa è un continuo saltare dentro e fuori lo sguardo della giovane protagonista che, oltre ad affrontare un importante cambiamento, saluta l’adolescenza e il formarsi di nuove emozioni complesse. Vice-versa ci mostra dall’interno – secondo i canoni immaginativi di casa Pixar – ciò che tutti viviamo quotidianamente come essere viventi.
Con alle spalle capolavori quali Toy Story, Montesr & Co., Alla ricerca di Nemo, Wall E, Up, Pixar continua a non sbagliare un colpo e a confermarsi una fucina di ingegno e genialità nell’orchestrare visioni magnifiche di storie cariche di sentimento magistralmente calibrato.
L’idea del quartier generale che si fa sempre più complicato e pieno di pulsanti che attivano combinazioni di stati d’animo, ad esempio, è una trovata semplice e brillante, straordinariamente architettata e arricchita dal tocco unico della Pixar che popola di personaggi-simbolo l’affascinante universo psichico della protagonista, dei suoi genitori e perfino di un gatto. Ilarità pura. Nel finale, una rilassata e felice Gioia ci rammenta che Riley ha compiuto dodici anni. Cosa mai potrà succedere adesso?
Francesca Vantaggiato