Cannes caput mundi. Eh sì, quest'anno i francesi hanno fatto davvero le cose in grande... dopo un paio di edizioni (o forse più) decisamente sottotono, il 'cast' della 64. edizione è qualcosa di simile a un cielo stellato: provate a dire un nome qualsiasi di un Autore con la 'A' maiuscola e vedrete che ci sarà. Perchè quest'anno sulla Croisette ci saranno davvero tutti: mai visto un 'menu' più appetitoso di quello che il Festival sta per proporci.
E sarà davvero dura per il presidente di giuria Robert DeNiro e i suoi illustri colleghi proclamare la pellicola meritevole della Palma d'Oro: ovviamente stiamo parlando 'a scatola chiusa', senza averne viste nessuna, e altrettanto ovviamente ci saranno solenni delusioni ma anche belle sorprese. Fattostà che tra i venti film in concorso c'è davvero l'imbarazzo della scelta in fatto di gusti e passioni personali.
Venti titoli, venti storie diverse, e un favorito d'obbligo. Pronostici pressochè unanimi, infatti, per Terrence Malick e il suo Tree of life. La ricetta è esplosiva: metti un 'guru' del cinema moderno, inavvicinabile e non inquadrabile artisticamente (cinque film in quasi cinquant'anni di carriera), un'accoppiata di interpreti di 'mostruosa' bravura (Brad Pitt e Sean Penn), una trama avvolta nel mistero più fitto. Malick non si smentisce mai e l'attesa è davvero spasmodica... tutti lo aspettano al varco.
Ma Cannes 64 sarà anche il festival di autori conclamati: applaudiamo fin d'ora il ritorno del grande Aki Kaurismaki, in gara con Le Havre (commedia a sfondo sociale e piena di umanità). Salutiamo con altrettanta enfasi anche i nuovi lavori di Pedro Almodovar (Le piel que habito, con cui il cineasta iberico torna a misurarsi con l'estremo e il surreale) e Radu Mihaileanu (La source des femmes), così come aspettiamo con ansia di vedere il turco Nuri Ceylan, il cui film è tutto un programma già dal titolo: Once upon a time in Anatolia.
'Tree of life' di Terrence Malick
Ci saranno poi gli habituè del Festival, come i fratelli belgi Jean-Pierre e Luc Dardenne, già vincitori due volte della Palma: quest'anno ci riprovano con Il ragazzo con la bicicletta, in cui schierano per la prima volta un'attrice affermata, la bellissima Cecile de France. E vedremo se ci proporranno qualcosa di diverso dai 'soliti' film disperati e sterotipati cui ci hanno abituato... altro assiduo frequentatore della Croisette è Lars Von Trier, forse il più abile venditore di fumo che il cinema ricordi, col quale il sottoscritto ha da tempo troncato ogni rapporto... ma questa è un'altra storia. Fattostà che il suo Melancholia (scommettiamo?) sarà ancora una volta l'ennesimo FINTO film-scandalo della competizione. Scandalo assicurato invece con la debuttante Julia Leigh, 'protetta' di Jane Campion (qui in veste di produttrice) e in gara con Sleeping Beauty, storia di una candida studentessa universitaria che, per guadagnarsi da vivere, si concede ogni notte a uomini anziani e facoltosi per poi 'dimenticare' tutto il mattino successivo... detta così sembra la trama di un porno, vedremo. Sesso a go-go anche in L'Apollonide del francese Bertrand Bonello: film d' 'interni' ambientato nelle case chiuse del secolo scorso. Tra le prostitute-interpreti anche la nostra Jasmine Trinca.
'Melancholia' di Lars Von Trier
Ma ci saranno anche e soprattutto gli italiani. Con due 'pezzi da novanta' e molto, molto agguerriti! Nanni Moretti schiera subito il suo Habemus Papam, forse il suo miglior film dai tempi di Caro Diario, e di gran lunga il più bel film italiano dell'anno. Il regista romano è amatissimo in Francia, già vincitore tempo fa con La stanza del figlio e sempre apprezzatissimo dalle giurie. Un pensierino alla Palma è lecito farlo, Malick permettendo. E Michel Piccoli si candida fin da ora al premio per il miglior attore: il suo papa dubbioso, timido, scostante e molto 'umano' pare fatto apposta per far breccia nel cuore degli spettatori.
Sean Penn in 'This must be the place'
Non si sa molto invece di This Must Be the Place, ma a dirigerlo è Paolo Sorrentino, e questo ci basta: le poche immagini che abbiamo visto, con uno Sean Penn truccatissimo e irriconoscibile nei panni di una rockstar in declino che va a trovare il padre morente, ci hanno già messo addosso una tale voglia di vederlo... e pensare che da noi arriverà solo a ottobre! Ma varrà la pena aspettare, ne sono convinto.
Ma Cannes non è solo concorso. Da sempre anche nelle sezioni collaterali si possono ammirare titoli interessanti e importanti. Non rientra secondo me in questa categoria lo stanco divertissement di Woody Allen, ormai abbonato ai filmini romantici e noiosamente civettuoli come Midnight in Paris. Ma da gente come Spike Jonze, Jeff Nichols, Kim-Ki-Duk, Gus Van Sant, Michael Radford e Andrej Zvyagintsev (ricordate lo splendido Il ritorno, vincitore a Venezia?) è lecito aspettarsi qualcosa di buono. E sono curioso anche di vedere cosa porterà sullo schermo una come Jodie Foster, al suo ritorno alla regia dopo sedici anni. Il film si chiama The Beaver e promette di essere una storia inquietante e disturbante sul tema della depressione, con il discusso (e discutibile) Mel Gibson come protagonista.
Insomma... ce n'è per tutti i gusti. Buon Festival a tutti !