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Cannes2015. Il vero trionfo dell’Italia si chiama Isabella Rossellini

Creato il 24 maggio 2015 da Luigilocatelli
Isabella sul red carpet

Isabella sul red carpet

Isabella Rossellini (al centro) con la giuria e i premiati di Un certain regard

Isabella Rossellini (al centro) con la giuria e i premiati di Un certain regard

Sempre in attesa della cerimonia dei premi (dalle ore 19.00), possiamo dire che un vincitore italiano c’è già a questo Cannes. Nome: Isabella. Cognome (illustrissimo): Rossellini. Dite che è più americana ormai? Però il dna non si cancella, con quel padre che è un pezzo del cinema nostro. Ieri sera è stata semplicemente magnifica alla Salle Debussy alla consegna dei premi di Un certain regard (la lista dei premiati), di cui era presidente di giuria. Quando il delegato generale del festival Thierry Frémaux l’ha chiamata sul palco per la consegna premi in plata è scoppiata per lei un’ovazione, che dico, un boato. L’applauso più intenso e sinceramente affettuoso di questo Cannes 68. Applauso che era per lei, ma che attraverso di lei voleva anche essere un tributo al padre Roberto, amamma Ingrid. Quante storia di cinema incarna Isabella, che è anche stata, non bastasse quella genealogia, moglie di Martin Scorsese e compagna di David Lynch (e interprete di alcuni dei suoi capolvaori). E poi, coraggiosa e non convenzionale perfino nella scelta del vestito. Un abito classico lungo, e una maestosa stola forse etnica, lontana comunque da ogni fashion-vittimismo, da ogni adeguamento ai modaiolismi, da ogni griffitudine da parvenu. Gli altri giurati la giuardavano con la soggezione dovuta a chi ha molto sperimentato e molto osato, al cinema e nella vita. Uno speech né troppo lungo né troppo corto, segno che Isabella il mondo lo conosce e sa come comportars in certe circostanze, mica come alcuni premiati che ammorbano con ringraziamenti infiniti a cugine e amici vicini e lontani. Speech in doppia lingua, prima in francese, in omaggio ai padroni di casa, poi in inglese. Con un accenno personale che ha strappato un altro mega-applauso: “E infine voglio ringraziare il festival che ha scelto per l’affiche una foto di maman Ingrìd Bergmàn” (accentando pure alla francese, tanto per dire). Delirio. Frémaux l’ha giustamente definita una “Grande dame”. Pensare che noi continuiamo a trattarla come la reporter improvvisata dell’Altra domenica e una qualsiasi figlia famosa.


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