Il governo degli annunci e degli spot a go go, ci ripensa e fa marcia indietro sul canone Rai nella bolletta della luce. La riforma slitterebbe così al 2015 e forse (governo natural durante!?) entrerebbe in vigore solo nel 2016. Comunque lo schema di riforma, nelle sue linee generali, resta invariato e prevede un canone standard di 65 euro (con esenzione per le famiglie con Isee inferiore a 7.500 euro all'anno) non più legato al possesso del televisore ma all'utenza elettrica abilitata a far funzionare anche pc, laptop, tablet, smartphone. Starebbe, poi, al cittadino, inviando una lettera formale all'Amministrazione, prendersi la responsabilità di dichiarare di non essere in possesso di alcuno di questi strumenti tecnologici. Un altro punto delicato che dovrà essere sciolto nelle prossime settimane è quello che riguarda le seconde case.
L'intenzione del governo è quella di introdurre elementi di progressività nel prelievo e per questa ragione l'idea di massima è applicare il canone anche alle abitazioni non principali. Tuttavia in questo caso, come fatto con l’Imu e la Tasi, si eviterebbe di aggravare il peso rispetto all'attuale bollettino da 113,5 euro. In pratica, la somma dei vari canoni riferiti allo stesso titolare non potrebbe in ogni caso superare quella cifra.
_______________________________________________________________________________________________ IL CANONE RAI NON SI PUO' METTERE IN BOLLETTA. di Alberto Airola, M5S. Buongiorno a tutti i cittadini, mi rivolgo a voi da cittadino prima ancora che da portavoce, perché la questione di cui vi voglio parlare è importante e riguarda in primis noi tutti cittadini italiani. Questione Rai: riforma e canone in bolletta… ma facciamo un po’ di chiarimenti. Attualmente c’è in corso una riforma della Rai. Il magister è sempre Renzie che sta facendo la sua solita propaganda, come quella del canone in bolletta. Una questione molto controversa che già da anni si discute e poi si è sempre accantonata, perché presenta delle difficoltà particolari, si parla di profili di incostituzionalità. In ogni caso i gestori sono moltissimi e non si sa come ripartire su tutti questi gestori l’onere del canone Rai. Ma ancor più grave non si sa come dimostrare chi possiede un televisore e chi no! La Rai così come è non ci piace, in corso c’è una riforma ma non si sa dove va a parare. La prima domanda che ci dobbiamo porre è: ci serve o non ci serve un servizio pubblico? Tutti i Paesi democratici hanno un servizio pubblico di informazione radiotelevisiva. Serve anche all’Italia, ma quello di oggi non funziona! Va finanziato pubblicamente e quindi ecco la necessità di un canone. Possiamo immaginare un canone che le fasce della popolazione più deboli non debbano pagare! Siamo preoccupati, perchè questa riforma non è chiara. Pochi sanno che la Rai ha restituito 150 milioni di euro per finanziare gli 80 euro di Renzie, manovra che probabilmente verrà dichiarata incostituzionale perché non si può prendere i soldi dal canone e usarli altrove! Quindi il Governo dovrà restituire questi 150 milioni di euro alla Rai, ma nel frattempo alla Rai sono state vendute le antenne e non solo, in Legge di Stabilità si chiederanno altri 80milioni annui circa alla Rai. La Rai sembra sempre la vacca grassa da mungere per gli amici degli amici, per i politici, per tutta questa casta che c’è. In Rai ci sono dei grandi professionisti ma c’è anche una casta che i cittadini percepiscono come tale! E’ importante pretendere un servizio pubblico che non sia soltanto il gioco dei pacchi, che non siano i canali dei partiti.. A mio avviso, se durante queste elezioni avessimo avuto un’informazione decente (aldilà del fatto che andiamo o meno in tv), forse le cose sarebbero andate diversamente! Immaginate un tg che apre con un titolo tipo: “Il M5S propone di abolire l’Irap per le microimprese, ma tutti votano contro”, l’opinione pubblica avrebbe un’informazione diversa. Questo è importante per la democrazia. L’astensionismo denota proprio questo: non siamo tutti uguali, è la tv che è tutta uguale, appiana tutti facendo emergere solo quelli che le interessa. C’è anche il problema della Governance: chi comanda in Rai? Noi tutti cittadini dobbiamo stare attenti perché fino ad oggi è stata la politica, ma non si può continuare così. Il M5S, con Roberto Fico, ha delle sue proposte, che sta lavorando in Vigilanza Rai. Dobbiamo tenere le antenne dritte. Sarà una battaglia dura ma la battaglia sull’informazione radio televisiva pubblica si gioca il destino della democrazia del nostro Paese.