Piace l'Italia ai Campionati del Mondo di Karapiro, in Nuova Zelanda. La nazionale tricolore sta costruendo il futuro dopo alcuni anni di appannamento ed il sentiero intrapreso pare quello giusto. Sono 5 gli equipaggi 'olimpici' qualificati per l'atto conclusivo, un paio le medaglie possibili. Un risultato non pronosticabile alla vigilia e segnale di una rinascita progressiva. Peccato per il settore femminile che, dopo l'oro europeo dello scorso anno, sembra aver invertito il proprio trend positivo tra infortuni (Bascelli) ed acciacchi vari (il mal di schiena della Schiavone): dal prossimo anno, se la Dea Bendata farà la sua parte, potrà ricostituirsi quel 4 di coppia rosa che faceva tanto ben sperare.Tra le barche italiche giunte tra le prime 6 del globo meritano una nota di merito i giovani del 4 senza senior (Palmisano-Capelli-Fossi-Paonessa), già campioni del mondo under23: questi ragazzi progrediscono gara dopo gara ed i loro limiti sono ancora inesplorati. In finale non avranno nulla da perdere e potrebbero addirittura aspirare al colpo a sorpresa. I possibili candidati al podio saranno il 4 di coppia di Raineri-Stefanini-Venier-Agamennoni, autorevole vincitore nei recuperi, ed il doppio pesi leggeri di Luini-Bertini, secondo in semifinale alle spalle della Cina (attenzione, gli asiatici stanno cominciando ad invadere anche questo sport). Può succedere di tutto, inoltre, nel 4 senza pesi leggeri (Goretti-Caianello-Danesin-Vlacek), con 6 imbarcazioni potenzialmente in grado di vincere: è questa sicuramente la disciplina più equilibrata e lo dimostra la clamorosa eliminazione della favoritissima Danimarca in semifinale. Troppo grande, infine, la concorrenza per Mornati-Carboncini nel 2 senza maschile (Nuova Zelanda, Gran Bretagna e Grecia di un altro pianeta?), con gli azzurri in lizza comunque per un piazzamento subito a ridosso dei migliori. Nel complesso, dunque, le prospettive del canottaggio tricolore sono più che buone ed il bilancio in futuro non potrà che arricchirsi con gli innesti dei tanti giovani che negli ultimi 2 anni hanno raccolto medaglie a grappoli ai Mondiali giovanili (ed il primo esempio è rappresentato proprio dal 4 senza). In attesa poi che anche il gentil sesso raggiunga finalmente la giusta continuità e senza dimenticare le specialità 'non-olimpiche', dove quasi certamente l'Italia festeggerà più di una medaglia in terra maori. Gli azzurri vogano verso la gloria.
Federico Militello