Ascoltando le parole dei protagonisti si coglie immediatamente l’essenza di questa gara; per qualcuno una tappa importante della preparazione in vista delle prime gare dell’anno sulla distanza olimpica di 2 km, per altri un’occasione per divertirsi e per mettersi alla prova, per ammirare il paesaggio e respirare l’atmosfera entusiasta e goliardica. È il caso di un equipaggio master giunto dalla Svizzera dopo cinque ore di viaggio: “siamo scesi in acqua sia ieri che oggi” raccontano, “remare qui a Torino è sempre speciale; a novembre abbiamo preso parte alla Silver Skiff e in questo week end siamo tornati qui per il prestigio di questa regata e per rivivere un ambiente diverso dal lago di Zurigo in cui ci alleniamo di solito”.
Chi invece è più che mai proiettato verso le prossime competizioni in calendario a marzo e aprile è Guido Gravina, tesserato per la Canottieri Cerea e impegnato sia nella giornata di sabato (oro nel due senza in coppia con Giorgio Tuccinardi), sia ieri (quarto in una formazione mista di pesi leggeri nell’otto senior). “È una prova di alto livello in cui si affrontano ottimi atleti” afferma, “e la lunghezza di 6 km la rende un buon banco di prova per avvicinarsi alle distanze più brevi; l’obiettivo è trovare una remata che permetta di andare forte senza fare troppa fatica”. Per chi è nato e cresciuto sportivamente su queste acque, il solo fatto di esserci è un’emozione particolare. “Ho iniziato a remare sul Po nel 2006” ricorda il 21enne, due volte campione iridato under 23, “questo è il mio campo di allenamenti e ogni volta che gareggio qui è come se fosse la prima volta”.
Alla due giorni della “D’inverno sul Po” non poteva mancare il presidente della Federazione Giuseppe Abbagnale, leggenda del canottaggio italiano con diversi titoli olimpici e mondiali. “Ho partecipato più di una volta a questa manifestazione e ogni edizione evoca in me piacevoli ricordi, per diversi motivi. Mi tornano in mente l’impegno fisico richiesto da una prova di fondo come questa e il contesto del fiume, decisamente insolito per una gara. In tutto questo c’è anche un pizzico di nostalgia, di quel periodo della mia vita in cui ero un giovane atleta”. Sensazioni che inducono a tornare; l’appuntamento è per il 2015.
Luca Bianco
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