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Cantala ancora Sandy – di Lino Vuotto

Creato il 31 maggio 2013 da Assugoodnews @assunta73

babyboomLe dita di Lino Vuotto sono tornate sulla tastiera per produrre un nuovo post. Si cita De Andrè, si racconta del potere creativo degli eventi e si parla dell’uragano Sandy. Ancora una volta le emozioni la fanno da padrona e la Big Apple fa da scenario. Ancora una volta vi lascio alle emozioni di uno stile inconfondibile…

Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior. C’è un potenziale creativo enorme negli eventi devastanti della vita, qualcosa di nascosto e potente in grado di cambiare la storia, anche solo quella con la s minuscola. Basta ascoltare Hotel Sopramonte di Fabrizio De Andrè e capire come mesi di prigionia in un anfratto che vale meno di una grotta possano trasformarsi in poesia.

Chi ha visto New York prima e dopo l’11 settembre ha sicuramente visto questo potere. Un evento così poteva mandare in soffitta nella storia questa città e invece le ha ridato vita, trasformandola ancora e ridando orgoglio e vigore ai suoi abitanti. Loro sono proud, se ne è accorto anche il mio amico e collega Stefano che l’ha vista per le prima volta la scorsa settimana. Traspare, come un miracolo: mi hai messo in ginocchio e mi hai puntato la pistola alle tempie pronto a mettere la parola fine. Ho chiuso gli occhi, ho pregato e ho sperato. Quando li ho riaperti mi sono alzato e ho detto: non mi avrai.

Undici anni dopo New York ha prestato il fianco a un’altra dura prova. Il terrore questa volta non è arrivato dal cielo, ma dal mare. Non due mostri d’acciaio fiammeggianti, ma vento e acqua incontrollabili che hanno travolto tutto nel loro passaggio, mascherati dietro il gentil nome di Sandy. Centinaia di migliaia di uomini, donne e bambini a lottare con l’acqua prima e a sopravvivere a una settimana di black out dopo. Chi guarda New York da fuori e da dentro abbagliato dalla magnificenza dei suoi grattacieli in alto e dall’intrico di linee metropolitane in basso non riesce a credere che la città e i suoi dintorni siano vulnerabili, se non dalla follia umana che sta seminando morti a più riprese. L’uragano Sandy ha portato con sé un cartello su cui c’era scritto: sei come tutti gli altri, devi chinarti alla forza e alla furia della natura se la natura chiama.

Dal letame nascono i fior. Ogni storia ha un lieto fine, questa ne avrà tanti. New York si è inchinata agli elementi come tutti nella storia dei tempi e in molti hanno risposto alla paura nel modo più naturale e più eterno: amandosi, rinnovando l’amore, stringendosi nell’abbraccio più perfetto.

Tra fine luglio e inizio agosto nell’area di New York è previsto un baby boom. Il trenta per cento di nascite in più rispetto all’anno prima. La vita per combattere la paura della morte. Che miracolo.

Azzardo una scommessa: il nome più gettonato sarà Sandy. E allora vai con la musica, Olivia Newton John in pelle nera vestita che balla con il suo Danny-John Travolta “You’re the one that I wanna, uh uh uh, honey”. Cantala ancora Sandy.

Lino Vuotto



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