Canti del caos, di Antonio Moresco (Mondadori)

Creato il 02 settembre 2013 da Angeloricci @angeloricci
E questa ostensione eterna di un canto di parole che appare sempre improvvisa pur nella sua estrema volontà di raccontare la necessità deiettiva della perpetuità dell’essere. Apparizione quasi liturgica, messa cantata di luoghi che stuprano parole, opere e omissioni di soggetti che ammantano i loro scheletri di una pelle scuoiata che mostra profonde ulcerazioni che sono dell’anima e del corpo nel contempo. Suono profondo, mistico, terminale. Vibrazione che emerge da un sottotraccia senza fine proprio perché una fine ha, ed è una fine destinata alla ripetizione reiterata e dolente, pur nella sua intrinseca attrazione marchiata a fuoco dal segno di un brivido di sensualità, come la pena inflitta da un demone che mostra sorrisi atroci, inchiavardato nell’eternità di un inferno che si appalesa come una derisione dell’umanità tutta. Pareti scarnificate, offuscate da lugubri sfumature che fanno da scenografia al divenire caparbio di sensazioni vitali e mortali che proprio nella loro reciproca penetrazione ingravidano l’universo. Massa di storie che scardina le porte di un continuum narrativo che esibisce i propri visceri allo scopo di giungere alla stupefazione di quello stesso continuum e di tutti quelli che potranno da esso nascere, nella creazione finale di una nuova corporeità delle anime attraverso la parola. Parola che si fa strumento, ma che diviene anche protagonista che si erge nell'assoluto, che è descrizione, ma anche dimostrazione quasi cartesiana del caos. La materia primordiale muta se stessa in vita palpitante e nasce e muore e rinasce e muore ancora nella negazione e nella affermazione. Luogo che abita la perfettissima zona mediana tra il cosmo e l’atomo, tra la vita e la morte, Canti del caos è l’inno alla nostra modernità così primitiva, così medievale, così scissa e nel contempo unita, vivente tra gli stimoli atavicamente irrimediabili del nostro cervello rettile e l’illusione della onnipresente virtualità tecnologica. Canti del caos va letto perché Canti del caos siamo noi. Un libro. Canti del caos, di Antonio Moresco (Mondadori).

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