Paolo Statuti
Canto amaro
Tre soldati sopra un carro,
tre bocche di fuoco,
tre come tanti altri.
– Che fai?! E’ disarmato!
– Fermo! E’ un ragazzo!
– E con questo? Lo stendo io!
– Perché lo hai fatto?!
Quando il sole cala
perché non riposi?
Non profanare il silenzio,
nascondi il fucile,
taci, dunque!
Le tue vane parole
offendono la notte.
Quanti torti, mio Dio!
Quanto sangue e pianto,
le lacrime sono cristalli
che brillano invano,
lo so, ma il riso è infame.
Ascolta! Qualcuno chiede:
– Vuoi morire?
Non temere,
un cieco non vede,
un sordo non sente.
Quei soldati sul carro
li conosco da tanto:
uno mi difenderà,
uno mi libererà
e uno mi ucciderà.
E così finirò
tra le mummie del passato
accanto a un fiore che nasce
per milioni di affamati,
per milioni di condannati
all’odio eterno.
Sventola un vessillo bugiardo
e il vento è suo complice,
c’è scritto: “Pace e libertà”.
Ma quando sarà?
Ride il vento e mi risponde:
– Non lo saprai mai.
Triste presagio…
Cammino lentamente
lungo un sentiero erboso,
mentre la luna
lascia a malincuore
un filo d’erba, un fiore,
l’impronta dei miei passi
al primo sole.
Un cane abbaia,
forse cerca una compagna,
passa un vecchio e mi guarda
indifferente,
sembra chiedermi:
– Dove vai?
Tanti anni ho trascorso
e nessuno mi conosce…
Cosa pensi? Che vuoi fare?
Passa una vecchia
in abito nero,
la faccia bianca,
lo sguardo amaro…
Barcolla e sputa
sulle verdi foglie
coperte di rugiada.
Mi grida: – Hai sbagliato strada!
Il sentiero è chiuso,
ci sono i soldati
che non lasciano passare.
Mi annoia la sua voce roca:
– Ci sono i soldati, ti spareranno,
torna indietro,
oltre quel sentiero
non c’è amore,
non c’è speranza.
Mi guardo intorno e ascolto:
silenzio e solitudine.
Mi nascondo, sento uno sparo,
il sole all’improvviso
non riscalda più il mio corpo,
ho paura,
ma perché…
se già sono morto?
(1969)
(C) by Paolo Statuti