Magazine Diario personale
...Amica mia, io ti assomiglio alla mia cavalla tra i carri del Faraone. Le tue guance sono belle con ornamenti, e il tuo collo con collane di perle. Noi faremo per te collane d'oro con borchie d'argento. Mentre il re siede a mensa, il mio nardo effonde la sua fragranza. Il mio diletto è per me un sacchetto di mirra; egli riposerà tutta la notte fra le mie mammelle. Il mio diletto è per me un mazzo di fiori di alcanna nelle vigne di En-ghedi. Ecco sei bella, amica mia, ecco sei bella! I tuoi occhi sono come quelli delle colombe. Come sei bello, mio diletto, e anche amabile! Per di più il nostro letto è verdeggiante. Le travi delle nostre case sono cedri e i nostri soffitti di cipresso. ...Io sono la rosa di Sharon, il giglio delle valli. Come un giglio tra le spine, così è l'amica mia tra le fanciulle. Come un melo fra gli alberi del bosco, così è il mio diletto fra i giovani. Ho grandemente desiderato di stare alla sua ombra e là mi sono seduta, e il suo frutto era dolce al mio palato. Mi ha condotto nella casa del banchetto, e il suo vessillo su di me è amore. Sostenetemi con focacce d'uva, ristoratemi con pomi, perché io sono malata d'amore. La sua sinistra è sotto il mio capo e la sua destra mi abbraccia. Io vi scongiuro, o figlie di Gerusalemme, per le gazzelle e per le cerve dei campi, non destate e non svegliate l'amore mio, finché così le piace. ...Ecco la voce del mio diletto! Ecco, egli viene saltando sui monti, balzando sui colli. Il mio diletto è simile a una gazzella o ad un cerbiatto. Eccolo, egli sta dietro al nostro muro, guarda dalle finestre, lancia occhiate attraverso l'inferriata. Il mio diletto mi ha parlato e mi ha detto: «Alzati, amica mia, mia bella, e vieni! Poiché, ecco, l'inverno è passato, la pioggia è cessata, se n'è andata. I fiori appaiono sulla terra, il tempo del cantare è giunto, e nel nostro paese si ode la voce della tortora. Il fico mette fuori i suoi fichi acerbi, e le viti in fiore diffondono una soave fragranza. Alzati, amica mia, mia bella, e vieni. O mia colomba, che stai nelle fenditure delle rocce, nei nascondigli dei dirupi, fammi vedere il tuo viso, fammi udire la tua voce, perché la tua voce è piacevole, e il tuo viso è leggiadro». Prendete le volpi, le piccole volpi che danneggiano le vigne, perché le nostre vigne sono in fiore. Il mio diletto è mio, e io sono sua; egli pascola il gregge fra i gigli. Prima che spiri la brezza del giorno e le ombre fuggano, ritorna, o mio diletto, e sii come una gazzella o un cerbiatto sui monti che ci separano. ...Come sei bella, amica mia, come sei bella! I tuoi occhi dietro al tuo velo sono come quelli delle colombe; i tuoi capelli sono come un gregge di capre, che pascolano sul monte Galaad. I tuoi denti sono come un gregge di pecore tosate, che tornano dal lavatoio; tutte hanno gemelli, e nessuna di esse è sterile. Le tue labbra sono come un filo di scarlatto, e la tua bocca è graziosa; le tue tempie dietro al tuo velo sono come uno spicchio di melagrana. Il tuo collo è come la torre di Davide, costruita per un'armeria, su cui sono appesi mille scudi, tutti scudi di uomini valorosi. Le tue due mammelle sono come due cerbiatti, gemelli di gazzella, che pascolano fra i gigli Prima che spiri la brezza del giorno e le ombre fuggano, me ne andrò al monte della mirra e al colle dell'incenso. Tu sei tutta bella, amica mia, e non c'è in te alcun difetto. .... Quanto è piacevole il tuo amore, o mia sorella, sposa mia! Quanto migliore del vino è il tuo amore e la fragranza dei tuoi olii profumati è più soave di tutti gli aromi! O sposa mia, le tue labbra stillano come un favo di miele, miele e latte sono sotto la tua lingua, e la fragranza delle tue vesti è come la fragranza del Libano. La mia sorella, la mia sposa è un giardino chiuso, una sorgente chiusa, una fonte sigillata. I tuoi germogli sono un giardino di melograni con frutti squisiti, piante di alcanna con nardo, nardo e croco, cannella e cinnamomo, con ogni specie di alberi d'incenso, mirra ed aloe, con tutti i migliori aromi. Tu sei una fonte di giardini, un pozzo di acque vive, ruscelli che scaturiscono dal Libano. Lèvati, aquilone, e vieni, austro; soffia sul mio giardino, e i suoi aromi si effondano! Entri il mio diletto nel suo giardino e ne mangi i frutti squisiti!***
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