CANTO DEL GHIACCIO PURO E CRISTALLINO
Chiosco chissà di quali acque
nell’ora più calda della casba
brillavi come un’oasi di frescura.
Come canto di un’altra religione
la tua voce ambulante nella piazza
scopriva oscuri perduti misteri.
Vendevi ghiaccio
ghiaccio cristallino ghiaccio
nel silenzio del quartiere appisolato.
Noi bambini ti aspettavamo scalzi
seduti all’ombra di un portone
o arcana nenia d’antico muezìn.
Echi di pace e di tranquille cose
sognava l’anima mia sospesa al cielo
e tramava una rete d’invisibili affetti.
I signori che scrutano il mondo
sagrestani di un progresso senza scampo
ti hanno strozzato
e ti hanno appeso
ignobile trofeo
in cima all’ottantesimo piano.
Ma se accade
se il poeta non è solo
tu non muori
canto del ghiaccio puro e cristallino
perché il ricordo è il ricordo
di un’altra umanità
temprata e accorta società di ribelli.
NICOLA LO BIANCO
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