Ecco, dopo aver ascoltato quella canzone, il mio modo di sentire la musica è cambiato. Da allora ho cominciato a prestare molta più attenzione ai testi delle canzoni che non alla musica o persino alla voce dei cantanti.
Poi venne il tempo del mio primo walkman, e delle musicassette trafugate dal cassettone sotto la libreria del salotto di casa mia... Le musicassette di vecchio rock vendute con L'Espresso, per la precisione: mio padre le comprò tutte. E, fra tutte, la mia preferita: The Final Countdown degli Europe! Che soddisfazione cogliere le mie prime parole di inglese***, cercarle sul dizionario... E scoprire che quella canzone, la mia preferita, era un racconto di fantascienza!! Fantascienza quasi-post-apocalittica, in realtà. :D
Sarebbe lunghissimo (e magari anche poco interessante) continuare il discorso anno per anno, le citazioni sarebbero veramente tante e nemmeno me le ricordo tutte. Mi ricordo però che, ad un certo punto, la pre-adolescenza si impossessò di me. Tentai, per un certo periodo (lunghetto, per la verità, durò almeno due o tre anni), di conformarmi agli amici di allora: cominciai ad ascoltare musica (che ora considererei) di merda, a perdere interesse per i testi... Una sorta di Medioevo musicale, per me. :D
Scoprii il senso della parola "concept album", e scoprii che tantissimi gruppi avevano realizzato album le cui canzoni, tutte insieme, formavano delle storie. Che gioia! Mi ci tuffai, letteralmente.
E scoprii il piacere di possedere dei cd originali per poter sfogliare i libretti interni, pieni di draghi, maghi cavalieri e coi testi in bella vista, lì, pronti a raccontarmi la saga della Emerald Sword!
Da lì iniziai ad ascoltare metal regolarmente, e metal di tutti i tipi... Ne esplorai persino le "correnti" più estreme, che però raramente mi piacquero davvero. Ascoltavo per lo più quello che viene (veniva?) chiamato power metal, in tutte le sue (assurde) varianti: folk, melodic, symphonic, progressive (cit. Wikipedia... E i deliri di qualche metallaro con la fissa delle etichette).
L'ultima canzone metal che ricordo per avermi raccontato una storia, e per avermi fatto immaginare in modo nitido atmosfere e paesaggi è Over the Hils and Far Away****, dei Nightwish, che ho sempre immaginato ambientato nel Far West, o in un'America stile Lettera Scarlatta di Hawtorne... Un vero capolavoro, quella canzone.
Oggi mi considero un fedele adepto della santa via di mezzo... Non sono più un "metallaro", non nel senso più puro del termine, anche se conservo un grande amore per certe melodie rock e metal dei "tempi andati"... Ascolto molti cantautori, e tra tutti il mio preferito è il Guccio, che con le parole è davvero un maestro. Ormai la "fissa" per le storie mi è passata, mentre quella di ascoltare innanzitutto "cosa" dica una canzone, piuttosto che "come" lo dica mi è rimasta. Forse è per questo che non sopporto Sanremo? :D
E voi? Condividete (o avete mai condiviso) con me la fissa delle canzoni che "raccontano"? Ci sono canzoni così che vi sono rimaste nel cuore?
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* Ok, come volete, potete anche dirmi che la stanza d'albergo piena dei ricordi del protagonista simboleggia un po' la perdita dell'innocenza, dell'aria "cazzeggiosa" dell'adolescenza in favore dell'amore, o delle donne... Ma dai, in sostanza la canzone rimane sempre una classica storia horror! :D
** Sì, sì, la metafora, la metafora...
*** Io non facevo inglese alle elementari, solo francese. L'inglese lo avevo imparato con le Magic e i videogames!
**** Che poi, scrivendo questo post, ho scoperto una raccolta di racconti di Lord Dunsany con questo titolo... Sembra interessante!