Caorso

Leggo sulla Cronaca di Piacenza che il sindaco di Caorso è molto soddisfatto sull’avanzamento della dismissione dell’impianto nucleare, sui risultati ottenuti e sul clima di grande sacrificio e collaborazione.

A suo modo di vedere, Caorso è una sorta di esempio con il suo programma di decommissioning e la contemporanea scuola internazionale di radioprotezione. Particolare enfasi va nel celebrare l’impegno profuso per liberare l’area delle barre di uranio ancora stoccate lì e ora partite verso nuovi lidi. Insomma, a Caorso si sarebbe creato un “sistema virtuoso” da prendere a modello, anche se “sul sito continuerà ad esserci lavoro”, perché evidentemente c’è ancora molto da fare. Per carità, è legittimo che si gioisca dei risultati e di questo impegno.. non va però dimenticato che Caorso era e sarebbe tuttora un sito di prima scelta per una centrale nucleare: l’ideale.. e che questo decommissioning, a mio parere, rappresenta un’occasione perduta per creare un avanzamento tecnologico, scientifico ed energetico di vitale importanza per il Paese.

Peccato. Concludo la mia riflessione prendendo spunto dall’impegno profuso, dalla buona volontà dimostrata e soprattutto dai risultati ottenuti, per lanciare una provocazione.. una sfida: e se questo impegno lo mettessimo per ‘riportare’ il nucleare nel nostro Paese? Ci renderebbe energeticamente indipendenti, con grandi vantaggi in termini di incentivi, investimenti ed indotto, abbasserebbe enormemente il livello di inquinamento (il nucleare è pulito) e non comporterebbe rischi (il nucleare è sicuro). Che ne dite? Siamo italiani: quando ci applichiamo, le cose le facciamo molto bene. Dunque, prendiamo spunto da Caorso e portiamo il nostro paese nel futuro.