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Caos libico / Scoglimento delle milizie islamiche salafite

Creato il 24 settembre 2012 da Marianna06

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La situazione in tutta da Libia da Tripoli a Bengasi, e anche nelle città  meridionali del Paese ,si presenta in questi giorni di estrema complessità (complessità di gestione politica più che prevedibile già alla caduta del regime), nonostante il governo di transizione s’impegni con ogni sforzo possibile a riportare l’ordine.

Infatti è, solo di poche ore fa, la notizia che le autorità libiche hanno chiesto lo scioglimento di tutte le milizie islamiche,quelle appunto armate fino ai denti, le quali sono tali grazie  proprio  grazie all’introduzione di armi d’ogni genere, utilizzate durante la guerra civile,che ha portato poi alla fine del regime del “rais”.

Armi che sono comunque rimaste in Libia quando addirittura non sono fuoriuscite o non fuoriescono ancora per andare ad alimentare guerriglie altrui in Paesi limitrofi come il Mali o il Niger.

Ecco, allora, che cade propizia anche l’altra disposizione recentissima, che è quella che è vietato in città il porto d’armi da fuoco a chiunque.

Disposizione che leggiamo con un certo scetticismo,facendo appunto la conta delle forze in campo.

Le cose, a Bengasi ma non solo, hanno preso una brutta piega da quando, nella giornata di venerdì scorso, una folla inferocita ha cacciato dal quartier generale di Bengasi la milizia islamica salafita Ansar al Sharia,ritenuta istigatrice dell’attentato all’ambasciata statunitense di Cirenaica, nel corso del quale ha perso la vita sia l’ambasciatore americano,Christopher Stevens che altri uomini.

La gente comune in Libia, in sostanza, è scontenta e fa casino a giusta ragione  in quanto vorrebbe, stanca del passato, anche di quello sanguinoso e recentissimo della guerra contro i Gheddafi, un repentino ritorno alla normalità.

Normalità che   le autorità del momento sono ben  consapevoli di non essere in grado di garantire in quanto tutta la Libia è esattamente, come già detto, un’armeria a cielo aperto.

L’odierno scioglimento di Abu Slim e Ansar al Sharia(con i cinque campi di quest’ultima a Derna) fa per il momento tirare un sospiro di sollievo.

E ‘ noto, comunque,  che sotto le ceneri c’è ancora la brace ardente. E  questo perché rivalità di origine tribale(una moltitudine di tribù erano e sono presenti in Libia e contano politicamente) e religiosa, entrambe malintese, allontanano tanto la pace che la democrazia.

Mentre il business del petrolio fa gola a tutti.

 Filoamericani o filo islamici e/o fondamentalisti.

Pecunia non olet.

 

   Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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