Caos mediatico

Creato il 20 settembre 2012 da Tabulerase

Vorrei sapere, vorrei sentire, vorrei conoscere. Guardo la televisione, ascolto la radio, leggo i giornali e sento solo fiumi di parole inutili e ripetute; del gossip fra Favia e Grillo, se Silvio scenderà o meno nuovamente in campo e camminando stavolta sulle acque o librandosi sulle nostre teste, Renzi e Bersani che si scambiano insulti mentre gli altri alfieri della cosiddetta sinistra reclamano anche loro un posto nel fango della tenzone politica.

Chiasso senza senso e nessuna informazione; senti raccontare che chi ha già eliminato l’ICI, se lo eleggono, toglierà anche l’IMU, che la sinistra, i programmi elettorali li farà sapere a tempo debito, un tempo che non arriva mai peraltro.

Il ritiro di tre basi su quattro dall’Afghanistan passa sulle radio nelle notizie di coda, nel mondo ci sono 62 Stati coinvolti in 362 conflitti di cui nessuno parla, 57 di questi sono nella democratica e pacifica nostra Europa, notizie in merito? Praticamente nessuna, ma tutti a correre dietro a Grillo e Renzi, se non ad Alfano perché conta talmente poco che non vale la spesa, per sentire dire le stesse identiche cose di tutti i giorni. Sapere, conoscenza, informazione annegano in un mare di chiacchiericcio senza costrutto. Ci informano, di striscio, che Marchionne promette 20 miliardi di investimenti, salvo poi farne uno, attribuendone la colpa alla crisi, ma intanto acquista quote di RCS per il controllo del Corriere della Sera.

Siamo sommersi da un mare di notizie della cui maggior parte potremmo tranquillamente farne a meno, un cicaleccio in cui si perdono i fatti che si dovrebbero conoscere e che vengono invece, se non ignorati, annacquati nel chiasso mediatico. Si dà al pubblico quello che vuole? Tranquillizzanti veline, piuttosto che scomodi fatti da affrontare? La legge sulla pedofilia passa in secondo piano dopo le notizie sullo share delle veline, chi governa i media? Se non ci fosse internet con la libera circolazione delle informazioni, tutto sarebbe sottoposto all’approvazione dei pochi proprietari delle maggiori testate mediatiche in una sorta di Orwelliano 1984 delle news. Come stupirsi del continuo tentativo delle parti politiche, senza particolari eccezioni di sorta, di mettere il bavaglio a internet e blog con subdoli tentativi in nome della privacy?

Non penso certo a una censura, al contrario, visto che sono per la massima libertà individuale. Non si può ovviamente ipotizzare una chiusura tout court del Grande Fratello se non dell’Isola dei Famosi, ma la crescita di un paese non si misura con lo spread, ma con una maggiore consapevolezza sociale che può derivare solo da un aumento del livello di cultura e discussione, nessun obbligo e nessun divieto, ma se questo paese vuole veramente cambiare, si dovrebbe cominciare a concepire l’idea di una maggiore offerta al pubblico di prodotti che arricchiscano lo spirito e non siano confinati in canali che nessuno vede o in orari improponibili.


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