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Capaci di sguardo. Una poesia di Valerio Magrelli

Da Vivianascarinci

Sto rifacendo la punta al pensiero,

come se il filo fosse logoro

e il segno divenuto opaco.

Gli occhi si consumano come matite

E la sera disegnano sul cervello

Figure appena sgrossate e confuse.

Le immagini oscillano e il tratto si fa incerto,

gli oggetti si nascondono:

è come se parlassero per enigmi continui

ed ogni sguardo obbligasse

la mente a tradurre.

La miopia si fa quindi poesia,

dovendosi avvicinare al mondo

per separarlo dalla luce.

Anche il tempo subisce questo rallentamento:

i gesti si perdono, i saluti non vengono colti.

L’unica cosa che si profila nitida

È la prodigiosa difficoltà della visione.

da Ora serrata retinae



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