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Capire gli altri per capire se stessi.

Da Freeskipper
Capire gli altri per capire se stessi.Capire gli altri, non chiudersi in se stessi badando solo ai fatti propri, sapersi immedesimare nel prossimo è una capacità molto importante per ogni forma di convivenza e di sviluppo individuale e collettivo. E’ un atteggiamento che, se usato in modo corretto può aiutare a comprendere gli altri in profondità e anche se stessi. Si basa su un meccanismo psicologico semplice e complesso nello stesso tempo. Quando ad esempio siamo davanti ad una persona che si trova in difficoltà, “peschiamo” dentro di noi l’esperienza personale che più si avvicina, per vissuto o per analogia, a quella situazione particolare. In questo modo possiamo intuire almeno in parte ciò che l’altro sta provando. Immedesimarsi, dunque, è un’abilità preziosa, che ci viene in soccorso per aiutare gli altri o per capire perché una persona si comporta in un certo modo. Non tutti possidedono questa particolare capacità in egual misura, che spesso è del tutto inconscia, tuttavia si può rivelare un’arma a doppio taglio se usata in eccesso. Può capitare, ad esempio, di avere l’impressione di immedesimarci nell’altro, e invece stiamo solo proiettando le nostre emozioni e le nostre ferite. Inoltre, può accadere che la sofferenza di una persona cara ci tocchi in modo particolare, andando ad aprire una ferita interiore soltanto sopita: umiliazione, lutto, abbandono, insicurezza. Così non viviamo solo il dispiacere per quanto sta accadendo, ma soffriamo a tutti gli effetti, senza nemmeno rendercene conto, come se rivivessimo il nostro vecchio trauma. L’immedesimazione, così si carica eccessivamente di proiezioni personali e di emotività, facendo diventare la situazione insostenibile. Diventa un pensiero fisso, un logorio psichico ed ogni incontro con l’altro si trasforma in una prova estrema che ci lascia come svuotati. Sapersi immedesimare è una capacità da gestire con cautela, che rischia di essere poco utile anche per l’altro a cui può nuocere l’eccesso di emotività. E’ preferibile, invece, fornire supporto quando siamo in forze, e trasformare la condivisione emotiva in aiuto concreto.

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