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Capitalismo e Alligalli

Creato il 13 settembre 2011 da Greg Petrelli

Già lo dissi QUI. Il lunedì mattina nel quartiere Bovisa è intollerabile. Non solo per il fatto che è lunedì (cfr. Monkeys Hate Mondays) ma come non ricordare la questione della raccolta della frazione umida? A giudicare dalla puzza e dalla quantità di sacchetti per strada sembra che questa vanitosa città che pretende di essere moderna non si dimostra affatto all'altezza non dico del riciclo, ma quantomeno della differenziazione dei rifiuti. Meritiamo tutto questo ? L'essere umano che vuole farsi artefice del proprio fato merita che la puzza di rancido percorra la città del Cenacolo e del Duomo? Quando inizieremo a pretendere la nostra dignità come esseri umani? Capisco il problema dello smaltimento e capisco che "c'è anche peggio" (cfr. Napoli) ma non dovremmo cavalcare l' onda del "semper ad maiora"? Voglio dire, se riescono i piccoli e medi comuni a smaltire e riciclare in maniera efficiente i rifiuti, perchè non dovrebbero farlo le grandi città? Sono queste ultime ad aver ampia disposizione di mezzi, risorse, personale ecc. ecc.C'è altro però che mi fa riflettere, sempre circa la dignità dell'uomo e il suo presunto istinto di autoconservazione: non esiste. O, se mai è esistito, è venuto meno nell'ultimo secolo. Ho già parlato di sovrappopolamento, anche di recente. Eppure mi sembra sempre e costantemente, oltre a uno spunto di riflessione, un problema tanto notevole quanto imminente. Come possiamo intervenire? Cosa ci dobbiamo aspettare dal futuro più prossimo? La questione può essere divisa in aspetti pratici e aspetti morali. Se in un pollaio mettete dieci galline non basterà il cibo che solitamente dispensavate per cinque, e presto verrà a mancare anche lo spazio. Probabilmente gli pseudo-volatili inizieranno a farsi lo scalpo (o, se trattasi di galli, la cresta e i bargigli). Per quanto riguarda le implicazioni etico\morali (sempre che a qualcuno importi), avremmo larghissime fasce di popolazione che non possono utilizzare risorse e tecnologie che oggi diamo per scontate; il problema è di natura quasi statistica: se oggi SIAMO in dieci a ballare l'alligalli non ci frega troppo di quei novanta che l'alligalli non lo ballano neanche con il cazzo. Quando domani però SARANNO in due a ballare l'alligalli, ci saranno pochi cazzi che tengono, temo. Parlo di instabilità sociale, ingovernabilità, regimi autocratici, Eloi contro Morlock bla bla bla. Inoltre non solo le risorse, ma nemmeno i servizi saranno più bastevoli per tutti: appestati, analfabeti, città in putrefazione dove i rifiuti rieccheggiano. Il principio di autoconservazione verrebbe negato dall'impossibilità di garanzia: figliare una creatura in un mondo in condizioni instabili equivale a sottrarre a noi altri virgulti spazio, tempo, risorse e lavoro e a innescare una furibonda lotta tra il novello e gli altri. Circa questi problemi temo che l'evoluzione potrà dare corso a qualche soluzione: rendendoci cannibali, per esempio, o sterili, o più facilmente consumabili. Selezione naturale insomma.Come uscirne? Se già la mia trattazione è approssimativa, le soluzioni che mi vengono in mente lo sono altrettanto: - Colonizzare i deserti- Colonizzare gli oceani- Colonizzare i pianetiPer applciare queste soluzioni dovremmo iniziare a preoccuparcene circa nel 1972, e senza certezza alcuna di soluzione. Inoltre questo tipo di approccio risolve solo i problemi della densità di popolazione (spazio vitale), non certo quello del sistema economico o delle risorse o dell'avanzamento tecnologico.In buona sostanza i capitalisti puri, figli del liberismo avanzato prima sostengono che la soluzione verrà dagli adeguamenti tecnologici e dalle capacità dell'essere umano di adattarsi, poi controllano il sistema pseudodemocratico con il lobbysmo sfrenato e multilaterale tagliando fondi alla ricerca e all'investimento.Appena alla porta bussa lo spauracchio della crisi, della recessione, del disagio e della rivolta pretendono che i tecnici e gli ingegneri risolvano con qualche magia in zona cesarini.Svegliati Warren Buffet, i creativi della fisica e della biomeccanica hanno smesso di studiare e sviluppare dopo il secondo master pagato una miseria e ora lavorano per banche o società di consulenza, i tritacarne dello sviluppo.

Capitalismo e Alligalli

Questa città puzza. Voglio una banana


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