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Capitan America: Eroe Senza Macchia e Senza Paura

Creato il 29 luglio 2011 da Dietrolequinte @DlqMagazine

Capitan America: Eroe Senza Macchia e Senza PauraHollywood ha ignorato il fenomeno dei fumetti per decenni, salvo accorgersi, improvvisamente, di avere a disposizione un enorme quantitativo di materiale, dei più disparati generi, che, con minimi adattamenti, poteva essere utilizzato per invadere le sale con pellicole “seriali”. Il mondo Marvel è sicuramente tra i più complessi e vasti e gli sceneggiatori, da una decina d’anni, hanno iniziato ad attingervi a piene mani, regalando fama e rinnovato risalto a tanti eroi, rimasti per lunghissimo tempo relegati al limitato circolo dei fan di comics. Il nuovo, ulteriore, salto nel futuro lo ha poi offerto l’avvento del 3D, e nulla è più lo stesso! “Captain America: Il primo vendicatore” è il nuovo protagonista che la macchina produttiva statunitense ha dato in pasto agli appassionati, e questo eroe, senza super poteri particolari (se non il celebre scudo), irrompe in scena in modo assai soft, sotto le minute sembianze di Steve Rogers, il classico bravo ragazzo non baciato dalla natura, per poi esplodere in tutta la sua potenza e generosità lungo l’arco di ben 124 minuti, forse troppi.

Capitan America: Eroe Senza Macchia e Senza Paura

Il bene ed il male, questa volta inseriti nel contesto della II guerra mondiale, hanno le fattezze di Capitan America, l’eroe senza macchia e senza paura, che ha solo ampliato, migliorandole, le proprie virtù, e di Red Skull, l’ambizioso pazzoide nazista, che vorrebbe diventare signore del mondo, dopo aver fondato un suo ordine, l’Idra, che si sfideranno, senza esclusione di colpi (e di effetti speciali) su tutto lo scacchiere bellico dell’epoca. L’incipit della pellicola è davvero interessante grazie alla perfetta ricostruzione di ambienti ed atmosfere degli anni ’40, rese celebri da tanti film, con tanto di serata all’esposizione universale del momento, ma ancor più con il richiamo alla propaganda cartacea e radiofonica, e perché no, strizzando l’occhio al fumetto stesso. Anche se un minimo viene concesso alla filosofia con l’accennata ed evidente dicotomia tra il concetto di superuomo e quello di perfezione fisica raggiunta attraverso la scienza, è evidente che il fulcro di questo lungometraggio sta tutto nell’azione esasperata, a volte, o spesso (fate un po’ voi) pure poco credibile.

Capitan America: Eroe Senza Macchia e Senza Paura

Tra favolosi effetti speciali e scene mozzafiato, impreziosite, ma non certo esaltate da un 3D sobrio, ma non invasivo, la storia procede verso l’inevitabile, mantenendo tra le righe l’ingenuità originale, il senso di smarrimento ed il coraggio testardo di Steve, che sono anche un po’ quelli degli Stati Uniti d’allora, chiamati ad una crociata libertaria contro il male assoluto (nazisti-Idra), dopo essere usciti dal loro splendido e scanzonato isolamento. La storia d’amore tra Steve e l’agente Peggy Carter sembra invece quasi un necessario ed indispensabile regalo fatto ad una certa fascia di potenziali spettatori più che una vera esigenza narrativa, e come tale non ha quella intensità e quella passione che servirebbero invece per bucare lo schermo. Se questo è solo il primo di sette capitoli allora ne avremo davvero delle belle da vedere e forse tutte le pecche ed incertezze di questo episodio iniziale (comunque d’impatto accettabile), girato dal regista Joe Johnston, verranno corrette in corso di causa.

Capitan America: Eroe Senza Macchia e Senza Paura


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