Anno: 2013
Distribuzione: Lucky Red
Durata: 115′
Genere: Animazione/Fantascienza
Nazionalità: Giappone
Regia: Shinji Aramaki
Data di uscita: 1 Gennaio 2014
Dopo essere stato al servizio della Coalizione Gaia, il capitano Harlock si è ribellato al potere corrotto, diventando un pirata spaziale. Ma il vero obiettivo di capitan Harlock non è più solo quello di vivere libero dai poteri costituiti, nel suo passato si nasconde un terribile segreto che è fonte di un’orribile angoscia. Al comando dell’astronave Arcadia ha seminato nell’intero universo cento bombe all’antimateria in altrettanti punti di sutura temporale, che esplodendo contemporaneamente riporteranno all’azzeramento temporale. Perché Harlock vuole riportare indietro il tempo?
Per chi non desidera conoscere i dettagli della trama saltare al prossimo capoverso.
Inizio Spoiler
Dopo una prima fase di diaspora, gli esseri umani desiderano tornare sul pianeta Terra ma a causa del loro elevato numero questo è impossibile, ne deriva una guerra che si risolve con una pacificazione imposta dalla Coalizione Gaia che dichiara la Terra pianeta inaccessibile per tutti. Harlock è uno dei comandanti militari che deve far rispettare tale divieto, ma quando si accorge che questa interdizione non vale per i potenti capi della Coalizione decide di ribellarsi. Nel conflitto che ne scaturisce decide di proteggere la Terra da impropri accessi avvolgendola in un mantello di antimateria, ma questa sua azione si rivela del tutto errata, in quanto l’antimateria corrompe definitivamente la Terra rendendola inabitabile. La Coalizione decide di occultare questa orribile verità circondando la Terra con una costellazione di satelliti che ha il compito di nascondere il vero aspetto del pianeta e di creare degli ologrammi che lo mostrino nel suo antico splendore. Harlock è minato da questo enorme rimorso ed ha progettato di far esplodere tutti i nodi temporali al fine di riportare il tempo al suo istante iniziale per permettere alla vita di risorgere sul pianeta Terra. Per fermare Harlock da questo suo proposito, la Coalizione invia Logan sull’Arcadia, come spia, con l’incarico di ucciderlo. Ma quando Logan comprende le vere motivazioni di Harlock non può portare a termine la sua missione, d’altronde egli stesso vive una dimensione scissa. Infatti Logan non ha nessuna velleità militaresca ma si è messo al servizio del più violento fratello Ezra, in quanto è oppresso dal rimorso di avergli causato la perdita delle gambe per via di un incidente da lui causato. Logan, tuttavia, scopre che non è del tutto vero che la Terra sia un pianeta morto, in quanto alcuni fiori hanno ricominciato a germogliare. Questo anelito di speranza induce Harlock a rinunciare al suo piano e a smantellare il sistema energetico all’antimateria che alimenta anche l’Arcadia. Questo causerà la morte di Yu Aoi, tenera amica di Harlock e dello stesso capitano che all’antimateria deve la sua immortalità. Il capitano Harlock comprende, tuttavia, che, essendo egli divenuto un simbolo ed un esempio di libertà, la sua immagine deve sopravvivergli e affida a Logan il compito di incarnarla.
Fine Spoiler.
Nella versione cinematografica assistiamo ad una notevole complessificazione della figura creata, come manga, nel 1976 da Leiji Matsumoto (che ha supervisionato anche il film). Harlock assume su di sé non solo il ruolo di eroe irregolare ma pur sempre positivo che aveva nell’anime del 1978 (o nel film Capitan Harlock – L’Arcadia della mia giovinezza del 1982), ma anche quello più controverso di colui che sente su di sé anche la colpa di un errore fatale a cui sembra non esservi più alcun rimedio se non quello di annullare l’evoluzione temporale. Harlock diventa, così, un eroe definitivamente e totalmente tragico a cui viene posto il più antico dei dilemmi: la rinuncia a sé per la salvezza del mondo. Si tratta di un percorso tipicamente cristologico che è molto frequente nell’immaginario dell’anime giapponese e che in questo storia giunge alle estreme conseguenze. Ma a differenza del Cristo, Harlock non ha un padre a cui rivolgersi o una proiezione futura in cui risolvere l’incompiutezza umana. Egli può, come punto di fuga, solo volgere lo sguardo al passato, utilizzando esclusivamente le possibilità offerte dalle strutture immanenti (spazio e tempo). Come conseguenza della struttura circolare del tempo, accettata o addirittura provocata, si rifluisce verso una dimensione più illusoria della vita, in cui è assente non solo un fine ma anche uno sviluppo progressivo del percorso umano. In tale dimensione e in assenza di una chiara direzione temporale, il ruolo di pietre miliari del cammino umano viene assunto dai simboli, quale lo stesso Harlock è in relazione ai concetti di libertà e di rivolta. La natura simbolica di Harlock è predominante al punto di prescindere dall’identità reale che si perde nella fondazione del mito. Le coppie oppositive futuro/passato, inganno/verità, morte/vita costituiscono gli assi centrali attorno a cui si sviluppa la trama e sono presenti in numerosi personaggi che prendono vita negli interstizi dimensionali creati da questi opposti (esistenze meramente olografiche, intelligenze umane riprodotte da computer, spiriti umani in corpi di animali, etc, etc). L’iconografia filmica conserva i tratti cupi e sensuali dell’anime, amplificandoli e virandoli verso un universo decisamente gotico, dove a prevalere sono i toni tenebrosi che avvolgono la speranza di luce e di vita che guida gli uomini.
Per quella generazione di bambini, ormai diventati adulti, che conobbe Capitan Harlock sul finire degli anni ’70 come eroe di rivolta e libertà proiettata verso il futuro (la serie finiva con Harlock che salpava verso il cosmo), la Toei Animation ha realizzato un colossal che propone e rilancia il suo eroe come riflessione sull’individuo difronte al suo passato e alle proprie responsabilità/fallimenti, con la consapevolezza dell’esistenza di un nuovo avversario, con cui dover stringere un patto: il tempo.
Pasquale D’Aiello