Magazine Altro Libri

Capitani oltraggiosi

Creato il 05 dicembre 2012 da Pietroinvernizzi

Capitani oltraggiosi di Joe R. Lansdale

Liberamente tratto da “Capitani oltraggiosi” di Joe R. Lansdale, edito da Einaudi 2005.

Lansdale è un figo. Tutti i suoi romanzi sono delle calamite che ti lasciano andare solo dopo aver letto l’ultima parola. Non scrive di pesca, ma come quasi tutti gli americani, prima o poi due paroline in merito ce le spende. Ecco che col suo stile crudo e tagliente, racconta una battuta di traina d’altura in compagnia di tipi loschi.

[…] Mi svegliò il canto della lenza. Aprii gli occhi. Beatrice aveva lasciato cadere a terra la birra, e aveva tolto la canna dal sostegno.
– Hai preso  qualcosa, – disse Billy.
– Davvero? – disse Leonard.
La lenza si tese al massimo e Beatrice diede uno strappo. Il pesce saltò. Era lungo ed enorme. Un pesce vela.
– Cristo, – disse Billy. – È una preda da record. Non perderlo. Strappa di nuovo.
Beatrice seguì il consiglio. La lenza si tese ancora di più. Beatrice fu tirata in avanti contro i sostegni del sedile da pesca. Un capezzolo scuro e amichevole fece capolino dal top del costume. Beatrice mantenne la tensione. La lenza si spostò a destra, in un’ampia curva. Poi a sinistra, in un movimento a sega.
– Allenta la tensione, – disse Billy.
– Va bene così, – replicò Beatrice.
– Io so come si pesca. Allenta la lenza.
Anch’io so pescare, – ribattè Beatrice. – Mio padre ha un peschereccio se non l’avessi notato.
– Non azzardarti a parlarmi così.
– Scusa, – disse Beatrice , e allentò la tensione.
Io mi trovai in piedi accanto a Billy. – Continua a rivolgerti alla signora in quel modo, e tornerai a casa a nuoto.
– Signora? – disse Billy. – Guarda come muove le tette e il culo. Quella la chiami una signora?
Contrassi i muscoli per colpirlo, ma Leonard mi afferrò il braccio. – È il loro show, – disse sottovoce. – Per il momento.
Respirai a fondo, e tornai a sedermi sulla panca.
Va bene, mi dissi. Se lei vuole così, lasciala giocare a modo suo. Sa quello che fa. È una porcheria, ma è stata lei a deciderlo.
Ferdinand invertì la marcia della barca e rallentò, dando al pesce spazio per correre.
– Ne ho uno sulla mia parete che è una cattura da record, – disse Billy, e non è neppure due terzi di questo. Non ne ho mai visto uno così grosso. E lo prende una donna. Merda, non ci posso credere. Non perderlo, hai capito?
– Si, Billy, – disse Beatrice.

Mi ribolliva lo stomaco. Guardai Ferdinand. Era stoico. La mia ammirazione per lui cominciava a diminuire. Di sicuro sapeva cosa c’era in gioco, altrimenti non avrebbe permesso a quel bastardo di comportarsi così. E se sapeva tutto, allora voleva dire che era d’accordo con quello che faceva sua figlia.
Leonard venne a sedersi accanto a me.
– Resta tranquillo, – disse.
La canna si piegò ancora.
– Allenta, – disse Billy.
– Tiene, non preoccuparti.
– Allenta quella cazzo di lenza.
Beatrice obbedì. La lenza vibrò come una corda di violino. Il pesce si spostò a tribordo.
– Guarda come corre, quel figlio di puttana, – disse Jason.

Il pesce saltò.
Non avevo mai visto una cosa del genere. Scattò fuori dall’acqua, e il sole gli accese la pelle di tanti colori. Rosso, blu, grigio scuro. Era molto diverso da come sarebbe stato una volta trascinato sul ponte. I colori sarebbero sbiaditi, e li avrebbe poi persi del tutto sotto le mani dell’imbalsamatore. Sarebbe finito impagliato sulla parete di uno di quegli stronzi, sopra il divano del salotto. Un essere vivente, vibrante e magnifico, trasformato in un’ombra morta di quello che era stato.
Il pesce ricadde in acqua e scomparve.
La lenza si allentò. La canna tornò dritta.

– Strappa di nuovo, – disse Billy.
Beatrice eseguì, con un grugnito.
Perle di sudore si formavano sulla sua fronte, scendendo lungo la fronte e il petto. Il costume era bagnato. Una corona di perle si raccolse intorno all’ombelico, poi scese a inzuppare i peli pubici che uscivano dal costume. I muscoli delle gambe e delle braccia di Beatrice sembravano annodati dall’interno. Lei puntava i piedi sulla barra apposita.
– È troppo grande per lei, – disse Landis.
– Può farcela, – rispose Billy. – Cristo, è il più grosso fottuto pesce vela che abbia mai visto. È un dinosauro.
Beatrice continuava a darsi da fare. Era evidente che sapeva il fatto suo, probabilmente meglio di Billy. Ma il pesce era troppo grosso per lei. Forse sarebbe stato troppo grosso per chiunque.
Billy le versò della birra fredda lungo la schiena. – Rinfrescati e tieni duro.
Guardai Leonard. – Posso almeno fagli ingoiare un dente?
– Non ancora. Non rovinarle il gioco per puro egoismo.

Beatrice strappò di nuovo, con forza, e il pesce fece un altro salto. Si delineò come una spilla sul petto del cielo, restò immobile per un tempo quasi troppo lungo per essere naturale, poi, sopraffatto dalla legge di gravità tornò a immergersi.
– È un fottuto sommergibile, – disse Jason.
La lenza si tese di nuovo, tirando Beatrice contro le imbracature, che ormai le erano penetrate nella carne, lasciandole profondi segni rossi.
– Prendi tu la lenza, – disse Beatrice a Billy. – Lo vuoi, allora pescatelo da solo.
– Niente affatto, tesoro, – disse lui. – Sei tu che devi tirarlo a bordo.
– Non ce la faccio, – disse Beatrice. – Sono troppo stanca.
– Sei più forte di quello che credi. Lo so. Se sei in grado di scopare tutta la notte, puoi anche pescare tutto il giorno.

Guardai Ferdinand. Era rosso in viso, e accelerò di scatto.
– Ehi, vecchio, – gli urlò Billy. – Non accelerare, tendi troppo la lenza.
– Mi scusi, – disse Ferdinand, e rallentò.
– Voglio questo pesce, Beatrice, – disse Billy. – E tu me lo darai. Quello che pago mi dà diritto a chiedere quello che voglio. Se perdi questo pesce, la pagherai. E lo sai.
– Lo so, Billy, ma ti prego, non ce la faccio più. Mi si spacca la schiena.
– Puoi farcela.
– Non sento quasi più le braccia.
– Tieni duro.
– Se vuoi quel dannato pesce, – intervenni, – prenditelo da solo.
– Le cose più belle sono sempre difficili, – disse Billy. – L’ha preso lei, e lei deve portarlo a bordo.

Capii finalmente cosa era successo. Ce l’aveva a morte con Beatrice perché aveva preso all’amo quel bellissimo pesce, e voleva punirla.
Mi rivolsi a Ferdinand. – Perché non li manda al diavolo e ce ne torniamo a casa?
Lui mi guardò, fece per dire qualcosa, ma restò in silenzio.
Billy disse: – Pago dieci, venti volte di più di quello che pretendereste da chiunque altro. Perciò ho diritto di fare a modo mio. Beatrice fa quello che dico io.
– Va tutto bene, Hap, posso farcela, – disse Beatrice.
– Sei così stanca che se non ci fosse l’imbracatura a trattenerti cadresti a terra, – dissi. – Figuriamoci se puoi tirare a bordo quel mostro.
– Ce la farò, – disse lei, testarda.

La barca si fermò, e il pesce si tuffò in profondità. La canna si piegò come un arco sotto tensione. Beatrice ormai tremava, ed era molto pallida. Era tutta tesa, a metà tra in piedi e seduta, e i muscoli della schiena sembravano fusi in un unico nodo gordiano.
– Non può farcela ancora per molto, – dissi a Billy. – È assurdo. Lo tiro su io il pesce, se proprio lo vuoi.
– Non pensarci neanche, – rispose lui. – Il pesce è suo. Se è stata capace di prenderlo, deve essere capace anche di tirarlo a bordo.
– Billy, – supplicò Beatrice. – Mi sento svenire.
Lui le versò della birra sulla testa. – Prendi, ti rinfrescherà un po’.

Beatrice scosse i capelli, spruzzando intorno gocce di birra, e cominciò a piangere in silenzio.
Landis disse: – Forse è abbastanza, Billy.
– Lo dico io quando è abbastanza, – ribattè lui. – Tu stattene buono.
Landis scrollò le spalle. Forse aveva una coscienza, ma non molto sviluppata. Jason prese una bottiglia di birra dalla ghiacciaia, la stappò e fissò lontano, forse in cerca di Atlantide.
La canna cominciò a muoversi su e giù, e la lenza stava per finire. Il pesce continuava a scendere.
– Beatrice, – disse Leonard. – Quando vuoi mollare molla, e non preoccuparti, a lui ci penso io.
Billy gli rivolse un sorriso sprezzante, e Leonard aggiunse: – E potrei pensarci anche se tu decidessi di non mollare.
Ferdinand uscì dalla cabina. – Ho spento il motore, – disse. – Il pesce continuerà a scendere, e mia figlia non ce la fa più. È troppo, per lei. Devo chiederle di tirare su quel pesce, señor.
– Beatrice e io abbiamo fatto un patto, – disse Billy. – Lei fa quello che dico io per un certo periodo, e voi due riceverete in cambio parecchio denaro.
– Lo so, – disse Ferdinand. – Ma per una cosa del genere non c’è denaro che basti.

Mi venne la pelle d’oca, non tanto per Billy, ma perché suo padre permetteva una cosa del genere, mentre Leonard e io ce ne stavamo a guardare.
Billy infilò una mano sotto il costume di Beatrice, e cominciò a massaggiarle un seno.

Le forbici che Ferdinand aveva usato per tagliare la testa al barracuda erano ancora sul ponte. Le raccolsi rapidamente e tagliai la lenza. La canna scattò indietro come una frusta. Il pesce era salvo. Billy si voltò… […]



Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :