Captain Phillips – Attacco in mare aperto (USA 2013) Titolo originale: Captain Phillips Regia: Paul Greengrass Sceneggiatura: Billy Ray Tratto dal libro: Il dovere di un capitano di Richard Phillips e Stephan Tatty Cast: Tom Hanks, Catherine Keener, Barkhad Abdi, Barkhad Abdirahman, Faysal Ahmed, Mahat M. Ali, Chris Mulkey, David Warshofsky, Michael Chernus, Corey Johnson, Max Martini Genere: piratato Se ti piace: fatti curare
Okay, il post avrebbe dovuto chiamarsi Capitan Findus ma, visto che l’idea è stata già usata in rete praticamente ovunque e da chiunque più volte e anche da me nei post dedicati a Golden Globe e Oscar, ci ho rinunciato e quindi in questo post dedicato al film Captain Phillips – Attacco in mare aperto eviterò di menzionare il Capitan Findus o il Capitan Schettino o “O Capitano mio capitano”, così come non posterò nemmeno La canzone del capitano di Dj Francesco Fuckinetti. Grazie a Dio. Cercherò allora di fare un post su Captain Phillips evitando tutti gli stereotipi sui capitani.
FINE DEL POST
Okay, gente, se non posso utilizzare alcun stereotipo sui capitani, non ho più idee. Ah sì, una ce l’ho: scrivere una bella invettiva contro Tom Hanks. Io non ci posso fare mica niente. I film con Tom Hanks il più delle volte mi fanno cagare. Quando poi il Fabio Fazio di Hollywood, l’attore più buonista tra i buonisti si mette pure a fare il regista slash sceneggiatore, com’è stato il caso di L’amore all’improvviso – Larry Crowne, i risultati disastrosi sono ancora di più assicurati. Ma anche se è solo attore, naturalmente onnipresente protagonista assoluto come in questo caso, basta e avanza. Qualcuno potrà dire che mi sono imbarcato prevenuto sulla nave di questo Capitan – Non dire Findus! Non dire Findus! Non dire Findus! – Capitan Find… d’oh! Volevo dire Capitan Phillips. Quel qualcuno ha ragione in pieno. Io parto sempre prevenuto, e con tanto di salvagente già addosso, nei confronti di una
Risposta breve: sì. Risposta lunga: sì e ancora peggio di quanto mi aspettassi.
"Vieni fuori, Hanks. La devi pagare cara per tutti i film buonisti che hai fatto!"
Un conto è girare in finto stile documentaristico, un conto è girare proprio di merda. Il sopravvalutato regista Paul Greengrass qui adotta uno stile molto fisico. Troppo? Certe scene sono girate in maniera molto mossa, concitata, volutamente quasi amatoriale, come se fossero girate da me. E io con una macchina da presa in mano sono un incapace totale. Faccio il “critico” cinematografico (ma dove?) perché sono un regista fallito, lo ammetto. Quando paragono Paul Greengrass a me stesso regista quindi non gli faccio certo un complimento, anche perché non basta muovere un po' la macchina da presa per creare una pellicola tesa e avvincente. La vicenda qui narrata, tratta da una storia realmente accaduta raccontata in un libro scritto dallo stesso vero Captain Phillips, trasuda poi di americanismo sfegatato a ogni scena. Roba del tipo: i bianchi buoni vengono attaccati dai cattivoni pirati neri che d’altra parte in Africa non hanno alternative a quella di delinquere. Ah, se solo vivessero in America, patria della Libertà! Venite, venite pure da noi che vi beccate 33 anni di galera! Io naturalmente ho fatto il tifo tutto il tempo per i pirati, anche perché Tom Hanks qui ci regala uno dei personaggi meno simpatici nella storia del Cinema e dell’Umanità in generale. Il motivo di maggiore interesse della pellicola, per quanto mi riguarda, è allora stato vedere se i pirati somali sarebbero riusciti a far fuori Tom Hanks e, se sì, in quale atroce modo. Gli attori che li interpretano sono inoltre la cosa migliore nonché l’unica da salvare della banale e malamente scritta pellicola, soprattutto l'ottimo (ma l'Oscar è tutto di Jared Leto) Barkhad Abdi. Per il resto, ho trovato la visione insostenibile. Per il suo ipocrita buonismo ("Siete cattivi, ma non è nemmeno colpa vostra") dietro cui si cela la voglia di ribadire il ben poco velato messaggio propagandistico del film: la superiorità del Grande Popolo degli Stati Uniti d'America su tutti gli altri. E ho trovato insostenibile la visione anche per la sua noia intrinseca."Azz, che brutta situazione! In questo momento avrei proprio bisogno
di un paio di marò italiani armati..."
Ok, non lo farò a partire da ora. La sfiga numero 1 del Captain Phillips è il suo cognome. La sfiga numero 2 è che è stato sequestrato da dei pirati e ne ha subite di tutti i tipi, come si può vedere (anche se io vi consiglio di non farlo) nel film che racconta della sua sventurata vicenda. La sfiga numero 3, la più grande, è però che per interpretare la sua parte nella pellicola non hanno preso un attore fenomenale, come poteva ad esempio essere un Michael Fassbender o il camaleontico Christian Bale. E non hanno nemmeno preso l’attore figaccione di turno, come poteva essere un Chris o Liam Hemsworth oppure un James Franco o un Ryan Gosling. Anche perché non è che questi attori assomiglino molto al vero Richard Phillips, che è questo qui in mezzo…
Per interpretarlo non hanno ingaggiato nemmeno il regista Paul Greengrass, che sembra il suo fratello grasso, ma l’attore più sopravvalutato e odioso nella storia di Hollywood: Tom Hanks.
Non fosse che per tutta la durata del film ho fatto il tifo per la sua uccisione brutale, mi farebbe quasi pena. Povero Capitan Findu… volevo dire povero Capitano Phillips: capitano davvero tutte a lui. (voto 3/10)