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Non riuscivo a respirare, il cuore correva velocissimo. Le lacrime schizzarono fuori dagli occhi come una fontana. Cercai di inspirare lentamente per calmare la morsa allo stomaco. Mi calmai quel poco che bastava per rispondere. “Cosa? Ma dove sei? Perché non puoi dirmi niente? Chiamami per favore. Ho bisogno di sentire la tua voce.” “Non posso chiamarti. Sono già partito e qui i cellulari non funzionano. Comunque sta tranquilla, io sto bene. Purtroppo non posso spiegarti il motivo della mia partenza, non potresti capire al momento. Ma ricordati sempre che ti amo e che se vivo, è solo grazie a te che mi dai ossigeno. Non essere preoccupata per me. Tornerò prima possibile, te lo prometto. Ora devo andare, ma ti penserò in ogni istante. Un bacio grande, Alex.”Le lacrime non smettevano di scendere sul mio viso. Non potevo neanche immaginare di stare un mese senza Alex. Come avrei fatto a sopravvivere? Cominciai a singhiozzare. Mia madre si precipitò in camera mia e mi strinse forte. <<Tesoro che cos’hai? Calmati, mi stai facendo spaventare.>> ma non riuscivo a calmarmi. Mia madre mi cullò un po’ fra le sue braccia, come se fossi ancora una neonata. Quel suo gesto servì a farmi smettere almeno di singhiozzare. <<Alex è dovuto partire all’improvviso. Starà via per un mese e non potrò neanche chiamarlo perché lì i cellulari non funzionano.>> dissi fra le lacrime. Mia madre mi strinse ancora più forte. <<Non immaginavo che tu lo amassi così tanto. Pensavo fosse solo una cotta da adolescenti. Ma adesso mi rendo conto che il sentimento che vi lega, è molto forte. È un legame molto particolare; sembrate due calamite. Amore mio, io ti starò vicino in questo mese, te lo prometto.>> e mi baciò la testa. <<Perché non vai a stare per qualche giorno dalle tue amiche? Così il tempo passerà più in fretta.>> propose mia madre. Annuii.Me l’ero immaginato diverso quel viaggio. Adesso tutto era cambiato. Ma forse mia madre aveva ragione. Stare qualche giorno con le mie amiche, sarebbe servito a far passare il tempo più velocemente. E loro mi sarebbero state vicine sicuramente. Mi asciugai gli occhi e decisi di farmi una doccia bollente per rilassarmi un po’. L’acqua calda e il vapore alleviarono un po’ la tensione. Chiusi gli occhi e lasciai scivolare l’acqua sul viso e sui capelli. Cominciai a sentirmi meglio e presto anche la stanchezza dello studio sparì. Non mangiai niente quella sera. Avevo lo stomaco chiuso in una morsa. Andai a dormire prestissimo, pensando che così non mi sarei accorta del tempo che passava. Come la testa toccò il cuscino, vinse il sonno.
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