Magazine Racconti
Il viaggio di ritorno fu sereno e rilassato. Era già notte quando scesi alla stazione Tiburtina. Senza guardarmi intorno mi diressi verso l’uscita per prendere un autobus e tornare a casa. Mentre trascinavo la mia valigia ancora più pesante che all’andata, mi sentii posare una mano sulla spalla. << Ciao dolcezza!>> la sua voce inconfondibile risuonò nel mio cuore come una campana tibetana. L’emozione fu talmente forte che cominciai a tremare e le lacrime scesero veloci e calde sul mio viso. Mi girai di scatto e fui rapita immediatamente da quello sguardo dolce e misterioso nello stesso tempo. La valigia fece un tonfo nello stesso istante in cui io saltai al collo di Alex per abbracciarlo. << Meno male>> mi disse << pensavo che fossi arrabbiata con me per averti lasciata sola … così, senza spiegazioni.>>. Lo guardai come fosse il più tenero dei cuccioli. << Mi sei mancato da morire!>> è tutto quello che riuscii a rispondere. Lui mi spostò i capelli dalla fronte e me la baciò, scendendo poi sulla guancia, poi finalmente trovò le mie labbra. Fu un brivido totale, dalla testa ai piedi.Quella sera andammo in un pub per parlare. Erano tante le cose che volevo sapere. Cosa era successo ai suoi genitori? Era tutto apposto ora? Come mai era tornato prima?<< So quante domande ti assillano>> rispose interpretando il punto interrogativo che avevo in faccia << ma per ora posso dirti solo che ho risolto e che sono tornato prima perché non riuscivo più a stare senza di te. I tuoi mi hanno detto che saresti tornata oggi così ti ho voluto fare una sorpresa.>> la migliore che potessi sperare. << Mi hai fatto veramente morire alla stazione. Ma … come stanno i tuoi genitori? Tutto bene? Cos’era successo?>> cercavo di capire, ma la mia testa era sempre più confusa. Cos’era tutto questo mistero? << Si si ho risolto con loro, almeno per il momento. Una volta che ricorderai tutto avrai un quadro completo della situazione e capirai. Ma adesso non posso dirti nulla.>> mentre mi rispondeva il suo viso era preoccupato e triste per me. Mentre mangiavamo, decisi di raccontargli tutto sugli strani flash-back che avevo avuto. << In questi giorni che sono stata via mi sono successe delle cose strane. Credo che stia cominciando a ricordare qualcosa.>> la sua espressione si fece seria all’istante e poi sfociò in un immenso sorriso. <<Racconta!!!>> mi implorò curioso. Gli raccontai per filo e per segno quello che avevo ricordato (il gradino di Piazza di Spagna, il parco con alberi e fontane, i volti felici della gente) e le sensazioni che avevo avuto. Sul suo viso potevo leggere la sensazione di leggerezza che stava provando. Come se si stesse liberando di un grande peso. <<Hai fatto dei grandi passi avanti amore. Vedrai che fra poco ricorderai tutto il resto.>> non l’avevo mai visto così sereno. Sembrava un bambino spensierato. La vespa di Alex ci portò sotto casa. Faceva freddo e qualche goccia di pioggia cominciava a cadere. Tolto il casco, i miei capelli dovevano essere sconvolti, e cercai di recuperare con le mani prima di scendere dal motorino. <<Sei bellissima così.>> mi disse intuendo quello che stavo facendo. Mi sporsi in avanti per baciargli la guancia, ma lui si girò e le nostra labbra si incontrarono. E poi si incontrarono di nuovo. Il cuore batteva forte e sentivo che il respiro si bloccava. Riuscii a sentire quanto mi amava, quanto mi avrebbe voluta stringere a se, quanta passione aveva nel cuore. Fu un bacio interminabile e dolcissimo. In pochi istanti provai tutte le emozioni di una vita.Con non pochi sforzi, mi decisi a scendere per salutarlo. Mi afferrò la vita e mi tirò a se. Mi strinse forte e mi sfiorò il collo con il naso, annusandomi. Sentii le gambe deboli, stavano per cedere. Chiusi gli occhi per cogliere tutta l’intensità di quel momento. Avrei potuto anche morire in quell’istante. La punta del suo naso si muoveva su e giù sul mio collo e il suo respiro caldo mi solleticava e mi faceva impazzire. Il mio respiro divenne sempre più rapido e Alex capì che era ora di mollare la presa. <<Buonanotte>> mi sussurrò nell’orecchio. I soliti brividi mi sconvolsero. Gli augurai la buonanotte e, allontanandomi gli mandai un bacio con la mano. Slegai la valigia dal motorino e mi avviai verso casa, decisa a non guardarlo per non rischiare di tornare indietro. Ma immaginai il suo sorriso alle spalle. Sparii presto nel cortile del palazzo e sentii la moto allontanarsi. Dopo gli interminabili abbracci e le domande dei miei genitori, finalmente poggiai la testa sul cuscino. In quel momento il mio cellulare vibrò. Messaggino: “ Le emozioni che mi regali ogni secondo che passiamo insieme sono infinite. Grazie per avermi rinchiuso nel tuo cuore. Ci sto benissimo lì dentro. Ti amo e ti amerò per sempre. Sognami stanotte!”