Magazine Racconti
A scuola fu una settimana durissima. I professori ci misero sotto torchio in tutte le materie. Sembrava che le feste appena passate avessero reso tutti più nervosi. Studiare era diventato pesante, perché non riuscivo a concentrarmi. La mia vita era un mix di emozioni pazzesche che si ripetevano e si moltiplicavano ogni minuto. Quel pomeriggio dovevo passarlo con Alex e Martina. Avevamo deciso di andare a Piazza di Spagna, sul famoso gradino per provare a farmi tornare la memoria. Ci incontrammo all’uscita della metro e senza perdere neanche un secondo ci dirigemmo sulla scalinata.<<Ti ricordi qualcosa in più?>> mi chiese Martina. <<Mi ricordo che si trovava nella parte alta della scalinata.>> risposi. <<Bene, questo è già un gran passo avanti.>>Alex mi guardava speranzoso. Io provai a concentrarmi sul flash-back che avevo avuto ignorando le fitte alla testa e mi diressi su per le scale. Ma nessun gradino attirava la mia attenzione. <<Amore non riesco>> guardai Alex con aria sconfitta. <<Con calma amore. Non c’è nessuna fretta.>>mi tranquillizzò.Continuai a salire senza curarmi degli sguardi della gente seduta sulle scale. Arrivai fino in cima e una fitta fortissima alla testa per poco non mi buttò per terra. Alex mi tenne su abbracciandomi. << Non dovevo lasciare che accadesse, non dovevo>> lo sentì dire nervosamente a bassa voce. <<Sto bene tranquillo. È quasi passato.>> gli dissi cercando di rassicurarlo.I miei occhi si posarono sulla balaustra in cima alla scala. Quindi non era il gradino! Mi precipitai lì ed esaminai tutta la balaustra. L’occhio si fermò sullo spigolo, in fondo. C’era un pezzo di marmo che sembrava staccato. Tornai sui gradini e mi sedetti. Con le mani sugli occhi cercai di concentrarmi su quel pezzo di marmo. Sentivo gli sguardi di Martina e Alex su di me. Speravano davvero che io ricordassi tutto.Dopo qualche secondo ecco un flash-back, questa volta più simile a un dejà-vu: io e Alex di notte. La piazza vuota. Saliamo le scale e ci dirigiamo verso la balaustra, esattamente a quello spigolo. Alex prende la torcia e sposta con la mano quel pezzo di marmo staccato. Ho capito, è una leva! La mente si ferma all’ascensore della piazza. Quello che porta dalla parte bassa della piazza fino a Trinità dei monti. Con gli occhi sbarrati <<L’ascensore!>> dissi quasi gridando. Le persone intorno a me mi guardarono storto ma non me ne curai minimamente. Il sorriso di Alex mi fece capire che ero nella giusta direzione. Martina che nel frattempo si era seduta affianco a me, mi abbracciò quasi commossa. <<Amore sono felicissimo. Avevo un tale peso sul cuore!>> mi disse Alex sospirando. <<Te l’avevo detto che avrebbe ricordato. Ne ero sicura!>> sentenziò Martina rivolgendosi al fratello. Io ero stanchissima. Tutti quegli sforzi per ricordare mi avevano sfinita. Decidemmo di continuare con i ricordi un altro giorno, e saremmo ripartiti proprio dall’ascensore. Si era già scurito il cielo. Presto sarebbe stato buio ed era ora di tornare a casa. Alex e Martina mi vollero accompagnare fin sotto casa, nonostante avessi assicurato loro di stare bene. Li ringraziai mille volte per il loro appoggio e Martina mi salutò con un abbraccio. <<Va bene, va bene. Ora evaporo così voi due potete salutarvi come si deve! Ci vediamo domani a scuola.>> mi disse allontanandosi di schiena. Alex e io ci guardammo soddisfatti del risultato raggiunto quel giorno. Lui con quegli occhi dolcissimi mi fece capire tutta la sua felicità. Fu un saluto troppo breve quella sera. Ma fu comunque un bacio indimenticabile. Quella notte ebbi un sonno agitato e pieno di sogni. Sognai tantissimo, e al risveglio avevo finalmente chiaro in testa ogni tassello che mancava per colmare il mio buco nero. Ma decisi di non dire niente ad Alex a scuola, volevo fargli una sorpresa rivelandogli tutto nel pomeriggio. Nel frattempo mi rilassai provando un gran senso di leggerezza. Fu come sentirsi la mente vuota e piena nello stesso tempo. Finalmente i mal di testa erano scomparsi.