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Capo Frasca: cosa si nasconde? Allarmismo o vero pericolo?

Creato il 19 dicembre 2011 da Yellowflate @yellowflate

Capo FrascaCapo Frasca, lembo di terra che sporge nel mare a chiudere il Golfo di Oristano, è un’area dove sorge un poligono di tiro sulla costa occidentale dell’Isola, utilizzato anche  aeronautiche e dalle marine italiane, e non solo, infatti accordi internazionali prevedono che in quei luoghi si esercitino anche le aereonautiche  tedesche e Nato per esercitazioni di tiro a fuoco aria-terra e mare-terra.Il sito della Regione Sardegna sottolinea che l’area del poligono occupa una superficie a terra di 14 Kmq e impegna un’”area di sicurezza a mare” interdetta alla navigazione, è però chiaro che la presenza del poligono abbia delle ricadute  sul territorio tra le quali  il divieto di esercitare la pesca e la presenza di ordigni inesplosi in mare e in terra.

Il Poligono militare di Capo Frasca ha una estensione di circa  1416 ettari ovvero 25 chilometri di sviluppo costiero. Alcune ricerche dimostrerebbero che nelle comunità limitrofe all’area del poligono sarebbero in crescita i tumori: linfomi e della tiroide. Si tratterebbe di una zona pericolosa quando quella di Quirra, eppure poco, molto poco si dice sul poligono interforze di Capo Frasca.

Numerosi i dubbi che circolano sull’area del Poligono di Capo Frasca, dove negli anni oltre alle esercitazioni militari si sono viste tante manifestazioni di antimilitaristi, pacifisti ed ambientalisti. Ma tutto rimane lettera morta. Molti però sono i casi di morte sospetta anche tra chi ha operato in loco.

Qualche mese fa la stampa locale ha dato risalto al caso di Giovanni Madeddu, maresciallo, che tra il 1968 al 1987  ha lavorato nel poligono di Capo Frasca. con lincarico di armiere nelle guerre simulate che in quegli anni venivano ospitate nel poligono. Madeddu però è ammalato, ha  un linfoma diffuso a grandi cellule. Non si tratta di un caso isolato, ma altre persone, forse 18 sono state colpite da un simile tumore  al sistema emolinfatico, la sindrome per altro è uguale a quella di alcuni militari all’estero e presente anche in chi ha operato con l’Uranio impoverito nell’area di Quirra. Madeddu ormai è anziano, ma in una intervista rilasciata alla Nuova Sardegna sottolinea: “Un fatto è certo anche a Capo Frasca non è mai stata effettuata una vera bonifica del territorio, sono stati lasciati per venti-trent’anni i residui delle esercitazioni delle Forze armate di tutto il mondo. Ricordo soprattutto una radura, dove si accumulavano i proiettili. Quando pioveva si creavano dei pantani e l’acqua poi filtrava nel terreno. La stessa acqua che poi – attraverso un sistema di pozzi artesiani – veniva utilizzata per ogni uso nel poligono o nei vicini poderi. E in diversi casi l’Asl ha rilevato anomalie e impedito che venisse utilizzata per scopi alimentari»”  Madeddu non accusa formalmente nessuno, ma da operatore sa quello che ha visto.

Intanto il mondo della politica sarda e no, si interroga ripetutamente su quel che accade nella zona del poligono di Capo Frasca e limitrofi, non troppo tempo fa anche il comune di Arbus ha chiesto all’assessorato regionale della Sanità un  nuovo impegno per “accelerare al massimo l’avvio dei lavori della Commissione di cui all’oggetto (indagini epidemiologiche sui residenti in aree militari della Sardegna, ndr) relativamente ai cittadini residenti nell’area vasta gravata da servitù militare pertinente al Poligono di Capo  Frasca, con estensione dell’indagine stessa anche sulla qualità delle acque e sulla salute animale. ” Intanto in questi giorni è stata sull’isola una Commissione Parlamentare  d’inchiesta per una visita ai poligoni militari nell’Isola. Si legge online che la Commissione avrebbe svolto dei sopralluoghi nei Poligoni di Capo Teulada e di Capo Frasca.


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