Cenone in casa, la notte di San Silvestro, per l’80% degli italiani, con una spesa media a famiglia di 92 euro (3 euro in più rispetto al 2012).
Il Capodanno 2013 a Genova (zenatonight.it)
Secondo il sondaggio di Confesercenti-Swg, il veglione di quest’anno sarà all’insegna della morigeratezza, ma con la cinghia meno tirata rispetto allo scorso anno. Circa 38 milioni di persone continueranno a celebrare il capodanno a casa o presso amici e parenti. A non celebrare la notte di San Silvestro saranno, invece, quasi 3,8 milioni di connazionali: oltre 2,8 milioni (il 6%) perché privi della necessaria disponibilità economica; quasi 1 milione (il 2%) sarà invece impegnato sul lavoro. Un dato che, secondo Confesercenti, non stupisce, visto che il 46% degli intervistati ammette di non riuscire ad arrivare alla fine del mese con il proprio reddito: al 32% basta fino alla terza settimana, mentre il 14% si ferma addirittura alla seconda. Il veglione a casa propria o presso amici e parenti continua a essere la scelta maggioritaria, indicata dall’80% degli intervistati, pari a circa 38 milioni di persone, appena il 2% in meno rispetto allo scorso anno. Stabili al 6%, invece, coloro che intendono passare l’ultima serata dell’anno al ristorante, con famiglia o amici. Diminuiscono del 2%, invece, gli italiani che celebreranno il veglione in viaggio: in totale nel 2013 saranno il 6% (oltre 2,8 milioni), divisi tra vacanze in Italia (il 4%, era il 5% nel 2012) e all’estero (2%, contro il 3%). Per più della metà degli italiani l’ultimo pasto dell’anno sarà ancora all’insegna del low-cost, con un budget inferiore o uguale a 75 euro. Un dato elevato, ma che comunque segna un calo del 3% rispetto allo scorso anno. Aumenta invece la fascia media di spesa: gli italiani che sceglieranno di mettere nel Cenone tra i 76 e i 125 euro quest’anno sono il 33%, il 3% in più del 2012. Incrementi anche per i menù da 126 a 250 euro (scelti dal 12%, l’1% in più rispetto all’ultimo capodanno), mentre passano dal 2 all’1% i big-spenders, che a tavola investiranno più di 259 euro.
(saporiericette.blogosfere.it)
Stando, invece, a una analisi della Coldiretti/Ixè, gli italiani spenderanno in media 66 euro per il cenone di Capodanno, che quasi sette italiani su dieci (68%) consumeranno a casa, divisi tra chi preferisce organizzare nella propria abitazione (28%) e chi è stato invitato da amici o parenti (40%). In particolare, sottolinea la Coldiretti, il 47% spenderà meno di 50 euro, il 26% tra i 50 ed i 100 euro e il 14% tra i 100 ed i 200 euro mentre una minoranza anche più di 200 euro. Aumenta la presenza dei prodotti Made in Italy più tradizionali dal cotechino (+9%) alle lenticchie (+9%), dalla frutta locale di stagione (+11%) allo spumante (+11%), mentre calano le mode esterofile del passato pagate a caro prezzo come le ostriche (-2%), il caviale (-1%) e la frutta fuori stagione come ciliegie e pesche (-1%). Lo spumante, sottolinea la Coldiretti, si conferma come il prodotto immancabile delle feste e sarà bevuto da quasi nove italiani su dieci (86%) mentre appena l’11% stapperà champagne. Segue a ruota il panettone al quale non rinunceranno piu’ di 8 italiani su 10 (81%) che vince di misura sul pandoro (prescelto dal 78%). Il Made in Italy è apprezzato anche all’estero con l’export di vini, spumanti, grappa e liquori, panettoni, formaggi, salumi e pasta per Natale che supera la cifra record di 2,7 miliardi di euro, sulla base delle proiezioni Coldiretti relative al mese di dicembre 2013. Ad aumentare è il valore delle esportazioni di tutti i prodotti più tipici del Natale, dallo spumante (+16%) ai panettoni (+14%), ma crescono anche vini (+8%), salumi (+5%), pasta (+4%) e formaggi (+3%). Per le sole festività di fine anno all’estero saranno stappate 140 milioni di bottiglie di spumante italiano. Un record storico per le bollicine Made in Italy all’estero, dove si registra un aumento del 16 per cento in valore delle esportazioni per un importo stimato in oltre 700 milioni per tutto il 2013. Il boom significativo degli acquisti di bollicine italiane, infine, è stato fatto registrare nel Regno Unito (+50 per cento), che diventa il secondo importatore dopo gli Stati Uniti, dove peraltro lo spumante tricolore cresce del 24 per cento. Tra i nuovi mercati va sottolineato l’aumento record delle esportazioni in Australia (+72 per cento). Si tratta di risultati che, afferma l’associazione degli agricoltori, “trainano l’intero settore dei vini, per il quale si registra complessivamente un aumento dell’8 per cento in valore dell’export”.