I più famosi riti propiziatori per il Capodanno sono con certezza quelli italiani è proprio in Italia che regione per regione, nei secoli, si sono tramandati riti magici e no per avere la speranza di un anno migliore.
Conosciamone alcuni.
In Sicilia, il 31 dicembre non si dovrebbe lavorare e certamente non si deve iniziare nessun lavoro manuale, nemmeno la maglia, si rischia infatti di concludere il lavoro in fretta e furia perchè comunque non può attraversare la mezzanotte.A Mezzanotte del 31 di dicembre ancora in Sicilia si mormora una filastrocca un pò preghiera : ’U Patri, ‘u Figghiu, ‘u Spiritu Santi / eterna Trinitati di cumannu / chistu travagghiu l’hè stintatu tantu! /ora ‘na sula grazia v’addimannu / Vui lu tuccati e lu faciti santu!
Ma a San Silvestro, il re, in tutta Italia è il fuoco ed allora tanti, tanti, tanti sono i falò. Tipici del Friuli, dove i ragazzi saltano sui fuochi quasi a ripetere un antico rito celtico, o in Emilia Romagna dove a Bologna si accende un falò con un pupazzo che simboleggia l’anno passato.
Nel Trentino il rido del fuoco è diverso ad esempio a San Martino di Castrozza una lunga fiaccolata si snoda dal colle delle Strine sino ai prati di Tonadico, dove verrà bruciato un enorme fantoccio di legno e stracci e con lui, simbolicamente, verranno cancellati tutti i guai e le tristezze del vecchio anno
Non manca poi l’uva, inghiottire i 12 chicchi di uva, meglio nera, è una tradizione presente sia in Val d’Aosta che nelle Marche ed anche in Romagna, in mancanza d’uva va bene anche in frutto che si sgrana come il rosso melograno.
In Abruzzo invece si devono mangiare a cena del 31 le famose 7 minestre di 7 legumi diversi, sarebbero un ottimo auspicio per la ricchezza o comunque per una migliore economia dell’anno che verrà. In Calabria invece si lascia cadere una pietra abbastanza grossa in cucina, se non si creano danni è un ottimo auspicio ma se si sbreccia o scheggia una mattonella allora si prevede un anno infausto, ricco di spese.
In Sardegna invece si poserebbero 12 chicchi di grano uno per mesesu un mattone rovente: se bruciano è un buon auspicio, bel tempo, se saltano indicano pioggia e vento.
In Campania antica tradizione vuole essere quella di gettare dal balcone mezzo bicchiere d’acqua, che rappresenta le lacrime versate durante l’anno oppure gettare qualcosa di vecchio (particolarmente simbolico, ad es. il foglietto illustrativo di un medicinale augurandosi la pronta guarigione) dal balcone.
In Trentino invece si saluta l’anno nuovo suonando il campanaccio delle mucche perchè si dice sia di buon ausipicio e che porti fortuna.
E l’amore? Non mancano riti propiziatori d’amore ed infatti in Lazio le ragazze senza marito infilavano in 3 aghi 3 fili diversi: bianco (amore felice), nero (amore infelice) rosso (zitellaggio) poi ne sceglievano uno a occhi chiusi. Il rito pare essere ancora utilizzato. In Puglia invece si usava mettere 2 chicchi di grano in un bicchier d’acqua: se restavano uniti, matrimonio entro l’anno. In Sicilia invece si usa usare un filo rosso ad un dito della persona che si ama.