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La seconda giornata del Sei Nazioni par programmata da un regista: si parte sabato con i confronti "ancillari", uno tra perdenti assolute - Francia e Galles a zero punti, delle quali una verrà definitivamente affossata e l'altra proverà a rilanciarsi almeno parzialmente; l'altra partita invece sta lì quasi allo scopo di rimettere in pari e contemporaneamente fuori dai giochi le due minnows, Scozia e Italia, in modo che, per come la si vede di lassù in Anglia, la seconda la finisca di scambiare un exploit per un cambio di sorte e di lignaggio.
Dopo i match di contorno del sabato il cui esito non sarà significativo, persino in caso di improbabile affermazione italiana al Murrayfield (tanto poi gli Azzurri andranno a Twickenham), domenica si celebrerà la gara clou, scontro diretto tra le vincenti della scorsa settimana e candidate al titolo: Irlanda - Inghilterra all'Aviva Stadium di Dublino, chi vince decolla. Di questa partita, già bella di suo e stavolta carica di molto peso, probabilmente di quello dell'intero torneo, parleremo diffusamente a parte.
La prima formazione annunciata è stata quella scozzese, quasi a dire, siamo qui ad aspettarvi a piede fermo. O anche, questi siamo: i due cambi sono per l'esperienza davanti, dove Ross Ford torna titolare a tallonare e indisponibile Denton in terza linea, Rob Harley rimpiazza Strockhosh, uscito a Twickenham nel primo tempo per un infortunio all'occhio. E' formazione questa di Scott Johnson che i più superficiali sottovalutano, alla luce della partita giocata con gli inglesi. Grave errore: a parte che gli Scots restano sempre ostici in casa, a Twickenham s'è vista una squadra opposta rispetto a un anno fa, estremamanete produttiva nei pochi possessi palla che s'è procacciata. E' però chiaro che, sulla carta, gli Azzurri hanno un deciso edge di vantaggio davanti, non solo in fase statica ma anche dinamica: Kelly Brown e John Beattie sono forti e dovranno darsi molto daffare al Murrayfield, ma non sono al livello di Zanni e Parisse. In più abbiamo il Richie McCaw de'noantri, al secolo Favaro, e Derbyshire in netta ripresa. Una superiorità di pack italiano discutibile in seconda linea, anche se Geldenhuys, vero "unsung hero" Azzurro, ha prodotto una performance mostruosamente efficace all'Olimpico, potrebbe essere opportuno l'inserimento di Pavanello.
Tornando dietro, i pericoli sono evidenti nel triangolo allargato dove Hogg, Maitland e Visser rimasto nascosto a Twickenham sono in agguato con le loro ripartenze letali. Ripartenze che in un contesto casalingo, in cui la Scozia è tenuta stavolta a "far gioco", potrebbero venire innescate da un sistematico gioco tattico al piede, in cui Laidlaw e anche Jackson non sono certo degli sprovveduti. Mentre Masi e Orquera sono intenti a scambiarsi di posizione, potrebbero venire esplorati dei buchi in cui infilarsi, così come si potrebbero determinare dei mismatch tra le capacità aeree del trio arretrato scozzese, contrapposto appunto a Orquera in posizione di cornerback difensivo o anche nei confronti delle nostre ali di ruolo.
Scotland: 15 - 9 Stuart Hogg, Sean Maitland, Sean Lamont, Matt Scott, Tim Visser, Ruaridh Jackson, Greig Laidlaw; 1 - 8 Ryan Grant, Ross Ford, Euan Murray, Richie Gray, Jim Hamilton, Rob Harley, Kelly Brown, Johnnie Beattie
Replacements: 16- 23 Dougie Hall or Pat MacArthur, Moray Low, Geoff Cross, Alastair Kellock, David Denton, Henry Pyrgos, Duncan Weir, Max Evans
Contromosse Azzurre? Premesso che la partita senza errori non esiste, a maggior ragione fuori casa, va benissimo tenere alta la mentalità "stiamo zitti" sia che vada inizialmente bene che male, e insistere senza esaltarsi o farsi abbattere. Del pack niente da dire: uno vale l'altro, persino in prima linea. Va sempre bene McLean "estremo di ruolo" (in lo fa anche col numero 14 sulla schiena), mentre in assenza di Sgarbi al centro, potrebbe esser cosa buona rimpiazzarlo con la fisicità di Masi in pianta stabile, invece che "terzo centro" aggiunto in fase di non possesso, per bloccare sul nascere il grosso Lamont - in questo è forse più adatto di Canale. In generale, potrebbe diventare cruciale far molta attenzione alla copertura del campo dietro alla linea difensiva e in profondità. Appena ripreso l'ovale, vale per noi lo stesso approccio con la Francia: prenderli in velocità, forse con meno patemi nel ridargli il possesso in cambio di territorio. Ma occhio a illudersi che a tenerli lontani, il più sia fatto: le due mete da ottanta metri le han fatte anche loro.
Attendiamo la formazione Azzurra per capirne di più.
In sequenza arriva l'altra squadra di casa del sabato, la Francia. Che non è in crisi, l'Olimpico è stato solo un episodio, nessuna bocciatura destabilizzatrice (forse solo un piccolo ripensamento). Tale pare essere il messaggio, avanti tutta: per il Galles Saint-Andrè rischiera i Bleus più o meno così com'erano. Unici cambi, Jocelino Suta "salta" Taofifenua che resta in panca e diventa titolare in seconda linea per l'infortunato Papé (esordio infelice come capitano, le mostrine tornano a Dusatoir), mentre più tattico è lo switch tra Bastareaud al centro Fritz che va in panca. Necessità di "pareggiare" la fisicità di Jamie Roberts o il coach rivisita uno dei (pochi) capisaldi della sua Francia di novembre, l'asse mediana-centri?
Francia: 15 Yoann Huget, 14 Wesley Fofana, 13 Maxime Mermoz, 12 Mathieu Bastareaud, 11 Benjamin Fall, 10 Frederic Michalak, 9 Maxime Machenaud, 8 Louis Picamoles, 7 Fulgence Ouedraogo, 6 Thierry Dusautoir, 5 Yoann Maestri, 4 Jocelino Suta, 3 Nicolas Mas, 2 Dimitri Szarzewski, 1 Yannick Forestier
Riserve: 16 Benjamin Kayser, 17 Vincent Debaty, 18 Luc Ducalcon, 19 Romain Taofifenua, 20 Damien Chouly, 21 Morgan Parra, 22 Francois Trinh-Duc, 23 Florian Fritz
La risposta del Galles è sostanzialmente analoga: non è successo niente, fiducia ai perdenti con l'Irlanda, ma più quelli del secondo tempo. Infatti capitan Warburton 'gna fà a recuperare e guarda caso è pronto Tipuric, l'alter ego più in forma, a prenderne il posto. Altro cambio in terza linea - due su tre, resta solo Faletau, a conferma di una partita persa sostanzialmente in un tempo passato a "schivare" i punti di incontro: si rivede il 30 volte capitano Ryan Jones, prende il posto di Shingler che scivola in panchina. Sostituito anche il tallonatore, torna il titolare in pectore Richard Hibbard che raggiunge Gethyn Jenkins e Adam Jones, vedremo se il rientro contribuirà a ridar smalto a una prima linea impressionante ai Mondiali ma non più dopo. Confermata la seconda linea Coombs- Ian Evans, arriva Lou Reed in panchina al posto di Olly Kohn. Coach Howley offre una ulteriore chance a tutto il reparto arretrato, mediana inclusa; partono Phillips e Biggar nonostante le critiche e Hook resta in panca con il giovane Lloyd Williams, al centro l'impreciso Jonathan Davies è chiamato a riscattarsi a fianco di Jamie Roberts, in fondo il "piccolo" Halfpenny e i due cavalloni, si spera più attivi stavolta, North e Cuthbert. Riscatto o rassegnazione, fiducia o speranza che qualcuno abbia ancora voglia di andare in Australia coi Lions? Si vedrà.
Wales : Leigh Halfpenny, Alex Cuthbert, Jonathan Davies, Jamie Roberts, George North, Dan Biggar, Mike Phillips, Gethin Jenkins, Richard Hibbard, Adam Jones, Andrew Coombs, Ian Evans, Ryan Jones (C), Justin Tipuric, Toby Faletau.
Replacements: Ken Owens, Paul James, Craig Mitchell, Lou Reed, Aaron Shingler, Lloyd Williams, James Hook, Scott Williams.
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