di Iannozzi Giuseppe
Comunque!
Eravamo così innamorati a quei tempi, così tanto che anche se mi ossessionava l’idea d’aver baciato colla lingua in bocca un vecchio caprone d’alta montagna, non ci facevo più caso, non più di tanto, insomma non ci pensavo più non appena tu mi sfioravi con la tua manina piccina piccina la punta del nasone per ridarmi il dono della vista, cioè delle mie lenti bifocali, o meglio ancora del poco che ne rimaneva. Quelli erano tempi, mio Dio, mio Dio che nostalgia!
Poi, non ancor contenti dei baci e delle carezze date e sofferte, tu mi sparavi in petto con un fucile. E mentr’io agonizzavo sul letto, colla cuffia della nonna ancora sul capo a coprirmi la calvizie devastante, tu cantavi con la voce di Lucio Battisti:
Davanti a me c’è un’altra vita
la nostra è già finita
e nuove notti e nuovi giorni
cara vai o torni con me.
Poi le parole si smorzavano piano nelle mie seppur grandi orecchie. Non rimaneva altro che un’eco strana tutta impegnata in “o un altro uomo”. E io morivo così, senza pensare ad altro.
Eravamo così tanto innamorati allora, Cappuccetto Rosso. Così tanto, per Dio!
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