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Capri

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vigneti a capri 

La zona vinicola


La zona vinicola della denominazione Capri DOC è chiaramente la bellissima isola di fronte alla costa campana, che tanto ha fatto sognare fin dai tempi dei Romani e che oggi produce un buon vino nobile e dalle caratteristiche forti. La sua antica storia antropologica ci parla di quest'isola come la prima colonizzata dai Greci al di fuori della loro patria insieme alla sua cugina Ischia, secondo le conclusioni tratte dal ritrovamento della famosa Coppa di Nestore, avvenuto proprio nella famosa Ischia. Capri, contrariamente a quanto è successo con la sua cugina e con Procida ad esempio, ha un'origine geologica diversa da quella classica vulcanica della zona, più complessa se vogliamo. L'isola infatti nasce sulla terraferma, come parte della Penisola Sorrentina che poi con l'innalzamento dei mari ha visto ha visto sommergere il suo legame con la costa. La geologia dell'isola di Capri è difatti carsica, con una struttura morfologica complessa. Il territorio si presenta montagnoso con rilievi che in media si attestano sui 450 metri di quota, interconnessi tra loro da ampi altipiani all'interno che vedono quello di Anacapri come il più grande. Le geologie carsiche e calcaree dell'isola ne fanno un ottimo territorio per le vigne ma oggi vi sono dei problemi di approvvigionamento idrico che la scomparsa delle fonti di acqua potabile, dovuta purtroppo all'azione dell'uomo sul territorio. l'acqua deve essere interamente importata. Il clima dell'isola, ben conosciuto da tutti è quello classico delle isole del sud, caldo e ventilato in estate e temperato in inverno. Le uve godono quindi di un'ottima esposizione durante la loro maturazione. Qui il vino è prodotto fin dall'antichità per rifornire le ville padronali dei nobili, sontuose e riprodotte in numerosi film, che qui venivano a soggiornare anche per uno status quo importante in quanto numerose erano anche le ville di imperatori e senatori. Queste erano di bellezza unica, costruite nella costa frastagliata con viste mozzafiato. I vitigni piantati sono comunque molto pochi, data la piccola estensione dell'isola e il suo delicato equilibrio.

I vitigni bianchi


I vitigni bianchi utilizzati per la produzione del Capri DOC sono due classicissimi della Campania: il Falanghina e il Greco. A volte nell'assemblaggio viene incluso anche il Biancolella, altra uva autoctona presente sulle isole e in provincia di Napoli, molto apprezzata. Tutti i vitigni qui menzionati sono molto antichi, e lo si intuisce già dai nomi, con il Greco che venne importato, forse primo tra i bianchi, dai coloni Greci sembra seguito poi appunto dalla Falanghina, il cui nome deriverebbe da Phalange in latino ripreso dal greco falangos in quanto questo termine indicava l'antico metodo di allevamento che vedeva i tralci legati a dei pali. Quei termini indicavano appunto questo sistema. Oggi Il sistema d'allevamento è cambiato, ma il nome è rimasto a testimonianza della grande attenzione che quest'uva suscita nei secoli. I suoi vini infatti sono di grandissimo pregio, in particolare negli ultimi decenni quando si è deciso di modificarne l'allevamento per puntare tutto sulla qualità. Qualità che si esprime nella grande aromaticità e intesta del naso fruttato d'esotico con l'ananas e la banana, la nostrana mela e pesca. Vi sono poi ottimi sentori floreali e vegetali, di erba tagliata in particolare, miele ed agrumi. Quando il vino supera i due anni d'invecchiamento risulta anche mentolato, toccato con profumi di anice e albicocca e là dove coltivato su zone vulcaniche, ma non è il caso dell'isola di Capri, i vini attengono anche aromi di selce e terra bruciata. L'acidità è nella media e la bocca presenta un'ottima struttura.

 

Il Capri DOC bianco


La denominazione di origine controllata Capri DOC nacque con il decreto ministeriale del 7 settembre del 1977 e autorizza la produzione di bianchi e rossi in tutta l'isola di Capri in provincia di Napoli.

Per la produzione dei bianchi la base ampelografica decisa dal disciplinare prevede la presenza di Falanghina e Greco per un minimo del 80% di cui la Falanghina deve essere presente per un minimo del 50%. A questo assemblaggio si può aggiungere anche il Biancolella fino ad un massimo del 20%

Le rese massime per le uve vengono stabilite ad un massimo di 12,00 tonnellate per ettaro. La vinificazione del vino, viste le ridotte dimensioni dell'isola di Capri e il suo delicato equilibrio ambientale, sono estese a tutta la provincia di Napoli, naturalmente con uve provenienti dall'isola che dovranno garantire un vino con un grado alcolometrico volumico minimo di 10,50% vol.

Ne risultano vini aromatici e gradevoli, con gusti molto asciutti. Ottimi per la cucina di pesca, in particolare crostacei ma soprattutto primi allo scoglio e risotti alla pescatora.

 


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