L’uomo deriso da tutti, piccolino e malaticcio, che le donne schivano e gli uomini sfottono, pronto ad annientare il nazismo, salvare il mondo e diventare l’eroe di un intero paese. Questo era Captain America nel lontano 1941, quando esordì nel mondo dei fumetti prendendo a pugni Hitler in copertina e questo è Captain America oggi, 70 anni dopo, quando fa il suo esordio in sala. Esordio di cui non sentivamo il bisogno…
E’ il 1941, e il mondo è devastato dalla seconda guerra mondiale. Steve Rogers, debole e rachitico, vuole a tutti i costi arruolarsi nell’esercito per servire il suo paese. Dopo numerosi tentativi falliti, il dottor Abraham Erskine gli offre la possibilità di sottoporsi alla somministrazione del siero del Super Soldato, composto chimico che trasforma Steve in un soldato fisicamente superiore che dovrà combattere l’ HYDRA, organizzazione militare finanziata da Hitler e capeggiata da Johann Schmidt, il primo supersoldato creato da Erskine ma rimasto orribilmente sfigurato…
Gli Marvel Studios affidano, coraggiosamente, i 140 milioni di budget a Joe Johnston mago degli effetti speciali trasformatosi in mago di flop: Cielo d’Ottobre, Jurassic Park 3, Hidalgo e il fallimento totale The Wolfman. Eppure il nostro, dopo aver vinto nel 1982 l’Oscar per i migliori effetti speciali per I Predatori dell’Arca Perduta, sembrava saperci davvero fare. Johnston esordì in cabina di regia con l’indimenticabile Tesoro, mi sono ristretti i ragazzi per poi sbancare i botteghini di tutto il mondo con Jumanji. Ma è passato troppo tempo e Captain America è l’ennesima dimostrazione che il Cinema di Serie A non fa per lui. Portare sul grande schermo l’icona dei fumetti Marvel per eccellenza rappresentava per lui l’ ultima carta da giocare per restare nel dorato mondo Hollywoodiano, sfonda registica.
Se il cast, le scenografie, la fotografia, che spicca grazie a dei buonissimi chiaroscuri, e i costumi confermano le alte potenzialità produttive, il film risulta però troppo spesso scritto in maniera frettolosa e assai banale. Non è infatti credibile vedere soldati nazisti usare armi futuristiche, super-tecnologiche, che sparano raggi laser blu in grado di disintegrare i propri bersagli. Per di più molte di queste sequenze vengono mal gestite a livello registico. Un vero peccato perché Captain America, almeno sulla carta, poteva essere davvero sviluppato meglio. Basti pensare che i migliori momenti del film sono racchiusi tutti nella prima parte, quando Steve Rogers non è stato ancora trasformato nel primo vendicatore, e che inizia a perdere colpi proprio quando fa il suo ingresso in scena l’eroe in calzamaglia blu e con lo scudo. Altra pecca è il non aver sfruttato in pieno il villain principale, il carismatico Teschio Rosso, interpretato dal sempre magnifico Hugo Weaving che rivela ancora una volta di essere una spanna sopra gli altri.
La cosa che meglio funziona di tutto il progetto è comunque il cast. Chris Evans, per oltre un’ora straordinariamente rimpicciolito grazie agli effetti speciali, convince alla grande. Il suo Steve Rogers è il perfetto ragazzo buono, timido, ma coraggioso e saggio, lontano dall’essere sbruffone e prepotente. Poi si trasforma in una macchina da guerra in maniera così veloce e banale che ci si dimentica all’istante della buona prova fatta. C’è poi Stanley Tucci, commovente figura paterna che realizza il sogno e trasforma il ragazzo in un’eroe. Anche lui mal sfruttato tanto che potremmo parlare del suo ruolo come di un cameo allungato. Passiamo ai pezzi grossi, al già citato Weaving va aggiunto un Tommy Lee Jones in perfetta forma. Il K dei Man In Black è qui il burbero, splendido e divertente Colonnello Chester Phillips. Buona anche la prova della bella Hayley Atwell, solo quattro film all’attivo. Il resto del cast è passivo, inutile parlarne. Fanno tutti il loro dovere e questo basta.
Nota dolente anche per gli effetti speciali, fiore all’occhiello della carriera di Johnston eppure qui troppo spesso palesi, evidenti, con evitabili green screen che soprattutto nel finale cominciano risultare sempre più farlocchi. Il risultato finisce per non esaltare, e l’aggiunta del sempre più inutile 3D non aggiunge niente di nuovo a quello che vediamo sullo schermo da anni. I risultati al botteghino non sono stati esaltanti come si credeva ma 360 milioni incassati in worldwide aprono la strada ad un’inevitabile sequel. Captain America intanto tornerà in The Avengers, l’ammucchiata super-eroistica targata Marvel.
E se non fosse per Robert Downey Jr./Iron Man l’idea non mi convince affatto.
Captain America: The First Avenger, Usa, 2011. Regia di Joe Johnston; con Chris Evans, Hugo Weaving, Sebastian Stan, Hayley Atwell, Toby Jones, Samuel L. Jackson, Dominic Cooper, Tommy Lee Jones, Neal McDonough, Stanley Tucci, Natalie Dormer, J.J. Feild, Anatole Taubman, Patrick Monckeberg, Richard Armitage.
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