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Captain America (recensione)

Creato il 23 luglio 2011 da Mcnab75
Captain America (recensione)

Captain America – Il primo Vendicatore

di Joe Johnston

USA 2011

 

1941. Dopo essere stato ritenuto non idoneo per il servizio militare, il giovane ed esile Steve Rogers si offre volontario per un progetto di ricerca top secret che lo trasforma in Capitan America, supereroe dedito a difendere gli ideali della sua nazione. Nelle nuove vesti unisce le forze a quelle degli amici Bucky Barnes e Peggy Carter sotto il comando del colonnello Chester Phillips per combattere insieme la lotta all'Hydra, divisione del partito nazista guidata dal malefico Red Skull.

 

Commento

 

Partiamo da lontano: se c'è un film che può d'ora in poi essere considerato alfiere delle suggestioni dieselpunk, esso è Captain America. Le ricostruzioni degli anni '40, “inquinati” dalle invenzioni scientifiche anacronistiche, dalle atmosfere da fumetto pulp e dal buon vecchio senso d'avventura rappresentano senz'altro il valore aggiunto del film.

Stupisce in positivo la ricostruzione di un'epoca, quella della Seconda Guerra Mondiale, reinterpretata però dal punto di vista della Marvel, sia in termini di estetica che di aderenza alla storia cartacea. In questo senso il lavoro svolto non può che essere giudicato positivamente. Perfino l'impatto del primo costume del Cap, francamente ridicolo, viene calato nel giusto contesto, ossia quello propagandistico. Quindi vediamo uno Steve Rogers ben accolto dagli adolescenti (suggestiva la scena in cui un furbo senatore statunitense lancia la serie a fumetti dedicati a Capitan America) ma odiato dai ragazzi al fronte, che non si sentono per nulla rappresentati da una sorta di Maciste vestito con una buffa tutina blu. Questo all'inizio, prima che il Cap decida di lanciarsi nella vera azione.

 


Captain America (recensione)

Avviciniamoci al nucleo della questione.

Captain America è un buon film. Un blockbuster movie che si colloca a livello del primo Iron Man, e che supera di gran lunga il recente Thor, che ha stupito tutti in senso negativo. Tra l'altro i punti di collegamento col film sul vendicatore in armatura ci sono, ci sono eccome, visto che uno dei coo-creatori del supersoldato è Howard Stark, papà di Tony. Ma Howard non si limita a fare una comparsata come inventore geniale, giocando invece anche un ruolo molto pulp di avventuriero donnaiolo. Cameo molto gradito, che richiama al film che ha come protagonista il figlio.

Molto buona l'aderenza del film alla storia cartacea sul Cap. Non manca un'interpretazione moderna e plausibile della sua storica spalla, Bucky, e non mancano nemmeno gli Howling Commandos, la prima, leggendaria squadra d'azione comandata da Steve Rogers.

Perfino il finale del film, unica parte della pellicola insieme ai minuti iniziali a essere ambientata nei giorni nostri, ricostruisce alla perfezione la scena di 21th Century Boy, dove il Cap si risveglia ai giorni nostri dopo settantanni di ibernazione forzosa.

 

Nei mesi scorsi leggevo delle perplessità sulla scelta di Chris Evans per vestire i panni di Steve Rogers. “Troppo Big Jim”, si diceva. In realtà ho trovato la sua interpretazione molto credibile. Il neo-nato Capitan America è un ragazzo molto umile, tanto imbranato quanto eroico, un ragazzone potenziato geneticamente, ma che fino a pochi giorni prima era un asmatico denutrito, scartato da tutte le visite militari. Il regista è bravo a non dimenticare questo particolare, tanto che quel che ne risulta è un Cap piuttosto azzeccato e umano.

Per fortuna vengono evitate quasi tutte le sciocchezze propagandistiche che facevano di Captain America un eroe ultra-conservatore degli anni '40. Questo, a mio parere, era il rischio più grande nel girare un film sul Primo Vendicatore. Rischio scongiurato, se Dio vuole. Anzi, a sorpresa il regista inserisce un lungo siparietto in cui si vede Steve Rogers, da poco trasformato in supersoldato, che viene sfruttato alla stregua di una scimmietta ammaestrata da un ambizioso senatore degli States. Per vendere titoli di guerra il Cap viene mandato nei maggiori teatri degli USA, a recitare in uno spettacolino propagandistico insieme a ballerine e a un finto Hitler a cui ogni volta il nuovo supereroe americano sferra un bel cazzottone (altrettanto finto) per allietare gli spettatori.

Questo, si capisce, prima che Steve decida di fare sul serio, partendo per il fronte per sconfiggere l'Hydra.


Captain America (recensione)

Qui vengono i dolori della pellicola. L'Hydra, che si pone come associazione proto-nazista ma sostanzialmente slegata a Hitler e soci, rappresenta un avversario poco credibile. I soldati del Teschio Rosso sono armati di fucili e mezzi d'assalto all'avanguardia, tra cui semoventi, microsommergibili, cacciabombardieri pescati direttamente dalle urban legends sugli UFO nazisti. Tuttavia prendono regolarmente botte dall'inizio alla fine del film. Certo, l'estetica dei membri dell'Hydra è di quelle che mandano in brodo di giuggiole gli amanti del genere. Tutto realizzato alla perfezione, con certosina cura dei particolari. Il bombardiere guidato dal Teschio Rosso è uno spettacolo nello spettacolo, qualcosa che da solo vale metà biglietto.

Peccato che proprio il buon Teschio non dà mai l'impressione di essere un vero pericolo per il mondo. Ok, Hugo Weaving lo interpreta come Dio comanda, ma il supernazista si limita quasi sembra a giocare al supercattivone, pianificando, perpetrando crudeltà, sparandosi pose che ricordano i nazi dei primi film di Indiana Jones. All'atto pratico però non è mai un villain all'altezza del Cap. Perfino la sua organizzazione, l'Hydra, che ci viene presentata come una specie di setta ipertecnologica di guerrieri fanatici, subisce una serie di sconfitte clamorose, una dietro l'altra.

 

Altra pecca, non imputabile al film in sé, è l'inutilità sostanziale della versione in 3D. Se potete evitatela e guardatevelo in 2D, non perderete nulla. Anzi, ne guadagnerete in colori e luminosità.

 

Detto ciò il giudizio finale su Captain America è positivo. Se si decide di girare un blockbuster movie, e questo senz'altro lo è, bisogna farlo tenendo come faro il rispetto per gli spettatori. Joe Johnston, senza strafare, ci regala un film più che dignitoso. Senza dimenticare che Steve Rogers non è un supereroe affascinante come Batman, né simpatico come Spider Man o cool come Iron Man. Era difficile portarlo sul grande schermo senza scadere nel ridicolo o nel action-movie più becero e fracassone. Alla fine invece il risultato ottenuto non lascia l'amaro in bocca. Il che, se mi permettete, non è poco.


Captain America (recensione)

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