Eroi e supereroi, che passione. Anche se, va detto, ultimamente stanno cominciando a diventare tantini. E non perché devo fare il bastian contrario a ogni occasione, ma in certi momenti mi piacerebbe che se ne facessero meno se questo comportasse una qualità ben maggiore. Perché già il versante cartaceo è stato fiaccato in maniera immane dal maledettissimo Marvel NOW!, se poi ci mettiamo dei film dove su cinque solo uno se ne salva, allora siamo davvero alla frutta. Inaspettatamente però questa seconda ondata sembra reagire meglio della prima, quella che ha ufficializzato la nascita dell'universo cinematografico della Casa delle Idee - nel senso di creare un mondo coerente dove i vari personaggi possono influire, non come prima che erano solo dei film a sé stanti - che liberatasi finalmente del cappio al collo che erano le origini dell'eroe sembra riuscire a fare un lavoro vagamente decente su delle storie libere di svilupparsi come meglio possibile. Ormai tutti sembrano necessariamente eruditi sul mondo della Marvel e quasi ogni suo componente principale ha goduto di una trasposizione più o meno degna, quindi manca solo il sequel. E a questo giro tocca a Cap, forse quello della combriccola che più detesto, ma mi si è detto che questo film è ganzo e in qualche maniera ho dovuto per forza reperirlo.
Steve Rogers continua la sua vita da supereroe, cercando di integrarsi in un mondo che non gli appartiene ed eseguendo le proprie missioni. Ma non si può mai stare tranquilli, perché tutto lo SHIELD sembra essere compromesso, specie se la minaccia arriva dal passato. in duplice mandato, poi...
Il motivo, o uno dei vari, per cui Cap non mi è particolarmente gradito è lo stesso di Superman. E' un archetipo, un personaggio che è servito a dare una base per un certo genere narrativo [in questo caso, il supereroe] sopra il quale poi si è evoluta tutta la storia fumettistica. Non nego che le vecchie storie sono belle e che quella copertina storica in cui da un cazzotto in faccia a Hitler è figlia del proprio tempo, ma sono personaggi che a lungo andare per me smettono di creare interesse. Senza disdegnare il lavoro fatto da autori eccelsi quali Ed Brubaker o Mark Millar sulle sue pagine, il perfettino boyscout non sarà mai un personaggio che finirò per amare, anche se come tutti quelli di casa Marvel ha il suo superproblema - l'essere in un epoca a lui estranea. Questo film però è davvero ganzo. Anche per me che odio il personaggio. Dimentichiamoci quel mezzo abominio che è stato The first Avengers, troppo patriottico e privo di mordente per farsi ricordare, perché qui le cose sono state fatte per bene. Certo, come sempre dico che non ci si deve aspettare chissà che, perché alla fine questi sono solo cinefumetti e come tali vanno presi. Ma se amate il genere e le storie raccontate con un minimo crisma di competenza, allora questo spettacolo non vi deluderà. La storia è ben scritta, o almeno, scritta bene secondo quelli che sono pregi e difetti del genere supereroistico. Intrighi, scazzottamenti ed esplosioni sono presenti nella giusta maniera, sanno spezzettare il tempo in maniera che le due ore di durata passino via senza problemi, o facendo rischiare che la palpebra si appesantisca. Si cercano anche di sviscerare dei temi interessanti quali il controllo esercitato tramite la paura dalle dittature o l'impossibilitò di fidarsi del prossimo in un mondo dove ogni cosa sembra essere votata al guadagno o alla voglia di potere, cosa apprezzabile in prodotti di quest tipo, perché dimostrano che sono in grado di divertire senza far spegnere per forza il cervello. Ma ci sono sempre dei ma molto grossi, com'è inevitabile che sia quando si parla di cinefumetti. Le ingenuità di sceneggiatura ci sono, ma sono comunque coerenti col genere trattato e non si dimostrano troppo pesanti, quindi si può fare anche a meno di pensarci troppo sopra. La cosa che mi ha vagamente infastidito più che altro è il trattamento del cattivo, lo stesso che ha finito per occupare il titolo, che viene sfruttato in maniera non eccelsa. Se è vero che è legato a doppio mandato con Steve, non capisco perché gli facciano fare una comparsata a un quarto di film, facendolo agire poi solo alla fine come mera marionetta. Sarebbe stato meglio fare in modo che dietro ogni cosa ci fosse stato lui, quindi la reticenza del protagonista nell'affrontarlo avrebbe reso maggiormente, mentre così ne esce lievemente attutita - il che è strano per un film che dovrebbe puntare proprio sul confronto umano fra i due, cosa che ti fa capire che Spider-man 2 non ha lasciato eredi. Ma il vero punto dolente è la regia dei due broda Anthony e Joe Russo, mai ben definita e con alcuni passaggi davvero mal fatti che non ho potuto ignorare manco con tutta la buona volontà del mondo, a cominciare da dei campi-e-controcampi abbastanza fastidiosi e delle battaglie montate in maniera troppo caotica, che ti fa rimpiangere la fluidità di The Avengers. Nulla che renda le pellicola inguardabile, ma si finisce la visione divertiti anche se con la sensazione che si poteva ambire a un qualcosa di più. O almeno a una Scarlett Johansson con un'acconciatura migliore.
Per me promosso, pur coi suoi limiti, giacché compensato da una leggerezza che non guasta mai, oltre che da un'intelligenza di base che manco il peggio hater può negare. E se lo dice uno che Cap lo odia...Voto: ★★★