I fumetti principali della Marvel Comics, le diverse serie di supereroi note anche in Italia [l'Uomo Ragno, gli X-Men, Capitan America, i Fantastici Quattro, Iron Man e Hulk] sono sempre stati di sostegno allo status quo statunitense evocando avvenimenti della società contemporanea e suggerendo attitudini al riguardo. Modalità di influenza dell’opinione pubblica, attraverso un genere popolare quale i comics, che hanno ricoperto un ruolo non trascurabile nei momenti di maggior tensione sociale e politica moderna.
In questi giorni l’episodio di prossima pubblicazione nel quale Clark Kent, reporter che veste i panni di Superman, entra in rotta di collisione con il governo americano, che gli rimprovera di essere apparso a Teheran e di aver sostenuto i rivoltosi, con una chiara allusione alle proteste degli ultimi mesi in Medio Oriente, decidendo di rinunciare alla cittadinanza americana, ha avuto eco internazionale e suscitato la reazione negativa dei mezzi di informazione statunitensi proprio perchè emblema di questi valori.
La rottura con la tradizione viene immediatamente bilanciata dall’ episodio nel quale Capitan America, personaggio nato come elemento di propaganda durante la seconda guerra mondiale per rappresentare gli ideali del popolo americano, si scaglia con vigore contro Bradley Manning, Julian Assange & WikiLeaks. Nell’ultimo capitolo disponibile in questi giorni non viene lasciato spazio alle allusioni, ai fraintendimenti, e il supereroe americano per eccellenza ne ha per tutti, inclusi Guardian e NYT colpevoli della pubblicazione dei files messi a disposizione dai traditori – così vengono rappresentati – dell’America.
Speriamo che la prossima settimana Batman non riveli che il suo domicilio milanese è l’ultimo avamposto del popolo della libertà, sarebbe davvero troppo.