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cara Europa ti scrivo, così mi risollevo un pò ( ponte sullo stretto permettendo)

Creato il 03 novembre 2011 da Angel

Ha destato qualche preoccupazione, all’ indomani della lettera  inviata dall’ Italia a Bruxelles, apprendere che tra le priorità del governo Berlusconi ci sia la costruzione del ponte sullo stretto di Messina. Una gigantesca opera pubblica che, secondo noti esponenti della maggioranza di centrodestra, costituirà l’ asse portante per lo sviluppo di quest’ area del mediterraneo occidentale dall’ alto valore strategico. L’ opera, così come dichiarato dal ministro dei Trasporti Bernini nella nota trasmissione “Ballarò” martedì scorso, vedrà una concentrazione di capitali privati così intensa da rilanciare le sorti dell’ economia italiana. In che modo il “dibattito” sulla fattibilità del ponte di qeusti giorni  si intreccia con la lettera degli “impegni” inviata dall’ Italia a Bruxelles? La Bce, gli stati membri, hanno chiesto e stanno chiedendo al nostro paese di rientrare in carreggiata appianando una parte dell’ enorme debito pubblico e rilanciando appunto l’ economia nazionale. Quale migliore risposta a queste direttive, se non propalare all’ Europa intera un gigantesto e colossale business? Ma cosa si sa realmente di questo ponte? E’ dato conoscere il progetto dell’ opera? Quanto costerà allo Stato italiano e, quindi, agli Italiani? E’ un’ opera sostenibile  sia in termini finanziari e ( cosa da non trascurare) ambientali?  A tutte queste domande non si può dare risposta perchè il ponte sullo stretto non è, ad oggi, nemmeno un progetto. E’ solo scartoffia, un carrozzone vuoto degno dei migliori ” pastrocchi” tipicamente italiani; il canto del cigno del modo di intededere le opere infrastrutturali in questo paese: un’ occasione epocale per foraggiare partiti, imprese, organizzazioni malavitose, clientele locali portatrici, come si sa,  della merce di scambio più preziosa per una classe dirigente parassitaria e parassita: il voto. Tutto questo nel terreno vergine della Sicilia, costruita interamente ( come anche altre realtà di questo paese) a colpi di infrastrutture fantasma. La costruzione del ponte è, bisogna riconoscerlo, una grande trovata mediatica; una cortina fumogena che lancia negli occhi dei paesi europei la convinzione che l’Italia sia ancora un paese credibile; un luogo dove gli impegni si rispettano e le cose si fanno. L’ Italia non onorerà gli impegni presi a Bruxelles. Non lo farà a causa di una classe politica e finanziaria ben protetta dai suoi privilegi medievali ( su questo rimando ad un mio articolo precedente ” un paese feudale”), a causa di un governo che ignora di inserire nei provvedimenti anticrisi la tassa sui patrimoni ( guarda un pò!), ignora di abolire gli enti inutili ( province, comunità montane in città di mare), di tagliare i carburanti alle auto blu ecc. L’ Italia non rispetterà gi accordi perchè è rappresenta da Berlusconi il quale ha profuso immani energie per elemosinare il consenso dell’ Europa, vendendo quella poca, striminzita dignità di politico che gli resta. Il tutto, in uno scenario in cui alcuni  esponenti della stessa maggioranza sono protagonisti, proprio in queste ore, di un fuggi fuggi generale, chiaro segno dello smantellamento in atto da qualche settimana. Un governo che tira a campare facendo quello che riesce meglio alla cultura berlusconiana: l’ illusionismo, il miraggio della crescita economia, la goliardia dei festini, le riforme campate in aria e quello sviluppo del paese rimasto solo sulla carta proprio come il ponte di Messina.



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