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Cara gesenu-gest se la vuoi raccontare, dilla tutta …-replica a gesenu sulla raccolta oli esausti

Creato il 10 gennaio 2016 da Goodmorningumbria @goodmrnngumbria

Riceviamo e pubblichiamo

Il 29 ottobre del 2014, la Giunta Comunale deliberava l’approvazione del progetto presentato da Gest s.r.l. per il potenziamento della raccolta degli oli vegetali esausti. Il progetto approvato dalla Giunta prevedeva l’installazione di 20 colonnine nelle diverse aree della città, con tanto di modello e caratteristiche delle predette colonnine, che avrebbero consentito il conferimento a mezzo bottiglie e con apertura a mezzo Amicard, per questioni di sicurezza, ma anche – così recita la Deliberazione di Giunta- “per l’applicazione degli incentivi previsti per tale tipologia di rifiuto”. Gest nel suo progetto – l’unico approvato dalla Giunta – dichiarava che i tempi di realizzazione del medesimo, partendo dalla campagna di comunicazione, fino all’installazione delle colonnine e raccolta degli oli, sarebbe avvenuta entro 90 giorni dalla Deliberazione comunale. Ebbene, il 9 gennaio 2016, a distanza di ben 1 anno e 3 mesi dalla Deliberazione comunale, Gest-Gesenu annunciano l’attivazione di un progetto di raccolta che partirà solamente a febbraio 2016 (ancora promesse) e che è completamente diverso da quello approvato dalla Giunta e dalla stessa Gest predisposto e proposto. Solamente a seguito del nostro comunicato stampa di denuncia, il Presidente Marconi informa la cittadinanza di aver concluso una specifica convenzione tecnica con la Società Eco-energia e di aver aderito al sistema Olly®, senza nulla dire in merito alle condizioni economiche del progetto. A cosa dobbiamo questo enorme ritardo nell’attivazione del potenziamento nella raccolta, non è dato sapere, eppure –e ciò vale anche per il Comune di Perugia – le premesse in termini di danno e inquinamento ambientale dagli oli vegetali esausti, prodotti da utenze domestiche e non, descritti dalla stessa Gest-Gesenu (“basti pensare che 1 litro dolio, utilizzato ad esempio per una frittura e gettato nello scarico del lavandino di casa, contamina oltre 1 milione di litri di acqua pulita, inquina e corrode le fognature con elevati costi di depurazione a carico dei Comuni e quindi dei cittadini, forma negli specchi dacqua una pellicola sottile impermeabile che impedisce lossigenazione e compromette lesistenza della flora e della fauna”), sarebbero state condizioni sufficienti, innanzitutto, per attivarsi anni or sono, come hanno fatto non solo in Germania e Austria, ma anche altre regioni italiane e nella nostra stessa regione, e, in secondo luogo, per non perdere un ulteriore anno dall’adozione della delibera. Altra incognita che indagheremo è quella della filiera in cui vengono inseriti gli oli vegetali esausti, visto che si parla di recupero energetico (non vorremmo pensare, tra gli altri, alla possibiltà dell’ennesima combustione) e che fine facciano gli incentivi per l’utente citati nella Delibera di Giunta. Ma prima ancora, come mai Gest-Gesenu e il Comune di Perugia non abbiano in questi anni mai pensato di informare gli utenti sulla corretta separazione e conferimento del rifiuto. Solo nel 2014, infatti, Gest-Gesenu si prende la briga di scoprire che oltre il 51% dei cittadini, oggetto dell’annuale indagine di customer sul servizio, ignorano le corrette modalità di conferimento degli oli vegetali. E sempre nel 2014, il Comune di Perugia scopre che le modalità di raccolta ancora oggi attuate (tramite le stazioni ecologiche) non sono idonee, perché non capillari, e non sono neppure sicure, perché malgestite. Ma noi cittadini di Perugia (dati Ispra aggiornati al 2014) siamo tra le città italiane (e la Regione non è da meno) con il più alto costo del servizio. Gest-Gesenu annunciano in maniera altisonante il raggiungimento di obiettivi di raccolta differenziata – comunque abbondantemente sotto gli obiettivi di legge – e poi, tu cittadino scopri, che Terni ha una raccolta differenziata del 15% inferiore a quella di Perugia, ma un recupero di materiali di poco sotto al nostro. Scopri anche che in controtendenza con tutti i dati a disposizione, più differenziamo e più paghiamo…ma ora abbiamo capito perché: con il 56% di scarti paghiamo due volte: una volta per differenziare e la seconda per smaltire. Eh sì, cara Gest-Gesenu, se vuoi raccontarla, dilla tutta!

Cristina Rosetti



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