Metro di metà mattina e metà tratta. Metrò di meta lavorativa mattutina, linea A, Vittorio Emanuele. La copertina è oscurata da una borsa quadrata e ingombrante, si vede solo il profilo di una figura. I colori sono tenui: è tutto involontariamente essenziale. Fatta eccezione per la collana d’argento e le cuffiette azzurre, che fuoriescono dal neutro. La copertina del libro è di carta, con le onde blu. La curiosità di scoprire il titolo sopravvive alla prima baraonda organizzata di Termini, resiste alla seconda di Spagna, dove Lettrice trova posto a sedere. Le attenzioni e la tenacia di un piccolo musicista che si aggira nel nostro vagone le strappano quindici secondi di dedizione, o ne regalano altrettanti di colonna sonora, dipende dalla prospettiva. Di sicuro mi permettono un’improbabile rapidità nell’intercettare la misura di tanta concentrazione: è una cosa seria, una di quelle letture che assomigliano a un rito e non andrebbero disturbate mai. Lettrice dalla lettura appassionata, o(h) vero e proprio ricettario di passioni, dipende dalla prospettiva: Cara Mileva, Albert Einstein – Mileva Marič.
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