- Due Vite per Caso – 2010 – ♥♥♥ -
di
Alessandro Aronadio
E’ un film a metà questa opera prima di Alessandro Aronadio: a metà tra un film d’ attualità e un racconto filosofico sulle esistenze parallele, per metà una riflessione sulle perplessità dei giovani di oggi e per un’ altra sulle contraddizioni dei ruoli sociali, buoni o cattivi che essi siano. Lo scopo del regista è infatti quello di mostrare allo spettatore come due diverse propensioni giovanili (quella verso l’ adeguarsi alle regole e quella che li spinge ad andare contro ad esse) possano essere facce della stessa medaglia se entrambe spinte da un comune sentimento di violenza, spesso repressa in entrambi i casi. Il giovane attore Lorenzo Balducci dimostra di saper stare bene davanti alla macchina da presa e risponde bene alla richiesta del suo duplice personaggio che deve interiorizzare due differenti modi di esprimere la sua rabbia. Un film decisamente a metà questo di Aronadio che ha forse nel troppo citazionismo le sue maggiori pecche: si passa infatti dal celebre fermo immagine finale de I Quattrocento Colpi di Truffaut al cinema di Godard (“Aspettando Godard” pare doveva essere inizialmente il titolo di questo film). Il regista romano ci riporta a quello che dovrebbe essere uno degli scopi del cinema: farci vivere l’ illusione di una vita diversa dalla nostra; infatti è attraverso la macchina da presa che vediamo come il destino del protagonista Matteo sarebbe potuto cambiare se solo un incidente ci fosse stato o meno nella sua vita. Il vero meccanismo narrativo di Due vite per caso diventa quindi come questi fatti ci vengono mostrati più che la sua storia in sè. Infatti spesso, durante questa opera prima del regista laureato in psicologia, si fa fatica a seguirne il suo meccanismo sceneggiativo, decisamente messo in secondo piano rispetto alla tecnica delle immagini e del montaggio, che mostrano sicuramente un tocco cinefilo. Le musiche di Louis Siciliano diventano quindi parte integrante di questo montaggio di sequenze di due differenti ipotesi di vita, a volte diventando vere protagoniste. E in queste due ipotesi di vita sorge spontaneo alla fine chiedersi chi delle due parti assume maggiormente un ruolo positivo nella società, se i carabinieri o i contestatori sociali. Di certo i primi hanno sempre il coltello dalla parte del manico e maggiori probabilità che per loro finisca bene. Carlo Giuliani e Mario Placanica restano un fulgido esempio e ricordo di tutto questo, quindi non resta difficile a conti fatti intuirne la risposta. Certo è che è sicuramente ben evidenziato da Aronadio come la violenza intrinseca nell’ uomo sia comunque un male sociale.
( Dalla parte della legge...)
( ... o dei No Global?)
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