"Ma nessuno li ripagherà di una sofferenza così lunga, né ripagherà il danno all'immagine delle Forze dell'Ordine"!
"Ben venga la pronuncia della Corte d'appello di Venezia che ha assolto pienamente due militari accusati del furto di 600 euro durante una perquisizione ad un soggetto accusato di spaccio. Ma alla soddisfazione per questa pronuncia fa da contraltare l'amarezza perché due Servitori dello Stato hanno dovuto attendere ben 13 anni, un tempo a dir poco abominevole, per vedere riconosciuta la propria correttezza, per vedere scomparire le ombre addensatesi sul proprio onore. Chi li ripagherà della sofferenza e dei sacrifici che hanno dovuto subire per un tale interminabile periodo? E chi ripagherà i danni all'immagine delle Forze dell'Ordine troppo spesso oggetto delle ritorsioni di soggetti che hanno ottimi motivi per volersi vendicare di loro? La risposta è nessuno. E questa sarebbe giustizia? Questa è una cosa gravissima, che il Sistema non dovrebbe mai consentire che accadesse".
Così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, dopo la sentenza con cui la Corte d'appello di Venezia ha assolto due Carabinieri accusati del furto di 600 euro dalla casa di un soggetto sottoposto a perquisizione durante la quale rinvennero della droga. Un procedimento per fatti che risalgono nientemeno che al 2001, e che si sarebbe concluso con la prescrizione se i due militari non vi avessero rinunciato per vedere riconosciuta nel merito la loro assoluta innocenza.
"Innocenza di cui loro e molti altri erano ben consci - aggiunge Maccari - ma che è stata comunque messa in discussione agli occhi dei cittadini, con un danno inestimabile a quel ruolo di garanti e difensori della legge che rappresenta la stessa essenza del lavoro degli Appartenenti alle Forze dell'Ordine. Non teniamo più il conto di quanto volte abbiamo chiesto che i procedimenti a carico dei Tutori della sicurezza tornino in mano alle Procura generali, con tempi che possano limitare al massimo i danni all'intero Comparto, che si regge essenzialmente sul rapporto di fiducia con i cittadini. Un Comparto che ha assoluta necessità di procedimenti giudiziari rapidi ed efficienti per i proprio membri, non perché essi debbano essere favoriti rispetto agli altri cittadini, che pure hanno diritto a vera giustizia - ed è tale solo una giustizia che sia certa e celere -, ma perché per l'esistenza ed il buon funzionamento e l'affidabilità di quel Comparto, è indispensabile tanto che i veri responsabili di aver tradito i propri doveri vengano puniti, quanto il fatto che chi invece è innocente possa tornare a testa alta e senza conseguenze 'invalidanti' fisicamente, psicologicamente, economicamente e professionalmente al proprio lavoro per prepararsi al quale, oltre tutto, non di rado lo Stato spende molti soldi".
"Ai militari finalmente assolti - conclude Maccari - tutta la nostra solidarietà per quella ferita profonda che hanno subito, e che non si rimarginerà facilmente neppure quando sarà passato altrettanto tempo quanto ne è servito a questo sistema intollerabilmente elefantiaco per assolverli".