Inizierei tanto per cambiare con il solito appello rivolto a chiunque, tra le case editrici, fosse sufficientemente furbo da accaparrarsi i titoli di Nalini Singh della serie “Psy/Changeling“. Considerato l’attuale successo che anche in Italia hanno i romanzi della Guild Hunter, che è ancora all’inizio e che comunque sta evolvendo, perché mai lasciare da parte una serie che arrivata all’undicesimo libro è in cima alle classifiche dei Paranormal Romance di tutto il mondo? Mi trovavo con delle amiche alla Love Letter Convention che si è tenuta lo scorso giugno a Berlino e la fila per andare ad ascoltare questa piccola neozelandese e quella per farsi firmare i libri era impressionante. Voglio dire, c’erano anche Lara Adrian, Larissa Ione e Maya Baks, quindi non proprio le ultime arrivate, ma la Singh era un gradino sopra a tutte. In un posto come l’Italia, dove si continua a tradurre Laurell K. Hamilton, che metaforicamente parlando è un treno deragliato da tempo, mi chiedo davvero cosa aspettino a salire su uno Shinkansen!
Proseguiamo con una serie regency che mi appassiona da tempo: “The Muses of Myfair“. Sono così lecchina che ho implorato
l’autrice su twitter e lei mi ha mandato l’anteprima del terzo libro – strisciare paga non solo in politica Sara Ramsey è una giovane autrice che ambienta i suoi romanzi nella Londra pre-vittoriana, dove il Ton regna incontrastato e dove le giovani signorine tendono a sposarsi per assicurare eredi a scapoli impenitenti che solitamente, poi, si redimono per amore. Ma non tutte sono disposte a cedere, e quindi ecco tre brillanti ragazze che riescono, anche se non sempre in modo semplice e diretto, a sposare l’uomo che amano. La particolarità di questi libri è, secondo me, il fatto che non ricalcano il solito topos “ragazza vergine ed inesperta che fa capitolare scapolo impenitente che capisce non aver più bisogno d’altro in quanto ha lei”, o almeno non proprio così. È chiaro che, in quanto romanzi d’amore, il finale è scontato, ma Sara Ramsey scrive in modo ironico e scorrevole ed è quindi piacevole perdersi nelle sue trame, con la sicurezza che alla fine, comunque, non ci saranno sorprese. Anzi, sorprese ci saranno, ma non delusioni!Concludo con l’ennesima trilogia, e già che ci sono proporrei un sondaggio fra le lettrici: vi piacciono più le storie autoconclusive, le serie i cui libri comunque possono leggersi da soli anche se facenti parte di una serie, o le trilogie/pentalogie che non terminano se non all’ultimo libro, come per esempio la serie “Fever” di K. M. Moning? Io personalmente sto sviluppando un’idiosincrasia nei confronti delle serie, e non vedo l’ora di leggere un libro che cominci e finisca, ma non capita spesso…. Dunque, dicevamo, l’ultima trilogia (che in realtà non è proprio una trilogia in quanto c’è anche un racconto introduttivo) è la serie “The Portal“ di Maggie Shayne, che ha come protagoniste tre ragazze dei giorni d’oggi, che sono in realtà la reincarnazione di tre streghe bruciate ai tempi dell’impero Assiro-babilonese, perché, appunto, accusate di stregoneria. All’inizio questa storia non mi ha preso tantissimo, poi è abbastanza migliorata, per quanto abbia letto dei Paranormal Romance migliori, ma il suo pregio è che almeno questo ha a che fare con anime senza pace e streghe, piuttosto che con il solito duo mutaforma/vampiro. Un plauso all’originalità – e questa frase va letta in tono sarcastico.A presto!