[Tratto dal libro Pensierini… in famiglia]
...Quando facciamo un complimento sincero, un elogio a qualcuno, oppure regaliamo un semplice sorriso, quando esaltiamo un aspetto positivo di un amico o lo incoraggiamo con un cenno della testa, allora gli doniamo una “carezza”.
Qualcuno, addirittura, ha fatto uno studio, seppur discutibile, per quantificare il numero di “carezze” necessarie per vivere bene e più serenamente. Ogni persona avrebbe bisogno di almeno tre “carezze” al giorno, meglio se di più.
Sapete quante invece ne riceviamo in media?
Meno due, per colpa di quelle negative. Siamo quindi sotto di cinque.
In genere sono proprio gli errori e i limiti a venir continuamente evidenziati, in maniera esasperante. Io stesso mi ritrovo molto critico soprattutto con le persone a cui voglio bene…
…È così semplice dire: “Questa sera hai cucinato bene”; “Sei carina vestita così”; “Bravi bambini, siete stati abili in quel gioco”; “È stato bello quello che hai detto”; “Sto bene adesso che mi hai ascoltato”; “Ti voglio bene, sai?”
Ogni parola affettuosa, ogni sorriso e incoraggiamento, donato e ricevuto, sono capaci di far brillare chi ci sta vicino, e l’universo intero, di scintille di serenità.
Io me lo prenderò come impegno perché sono sicuro che accarezzare il viso di una persona è segno di affetto, ma molto più dolce è accarezzarle il cuore.
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