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Cari blogger, ora tocca a noi

Creato il 11 giugno 2010 da Massimoconsorti @massimoconsorti

Cari blogger, ora tocca a noi.

 

Eravamo convinti, con le decine di leggi ad personam approvate da una maggioranza incapace di ragionare con la propria testa, di aver toccato il fondo e invece, il fondo italiano non solo non si vede ma si sta trasformando in abisso. Ieri è stata la giornata più nera della nostra  giovane democrazia. I pasdaran di Silvio, rigorosamente allineati e coperti, hanno dato l’ennesima dimostrazione di cosa intendono loro per democrazia: trasformare gli abusi in legge per fare in modo che non siano più reati. All’inizio della dittatura fascista questo fu il metodo adottato da Benito Mussolini, all’inizio dell’era SB la storia si è ripetuta esattamente allo stesso modo. Ci piacerebbe sentire da Gianfranco Fini cosa ne pensa, ma siamo convinti che non se la senta di rilasciare dichiarazioni, né lui, né i fedelissimi a cui SilvioIl ha concesso il riconoscimento di “minoranza” interna.

Il ddl sulle intercettazioni, approvato ieri durante una drammatica seduta al Senato, non limita la libertà di informazione, semplicemente la elimina. Non combatte i reati, li trasforma in prassi. Non combatte la criminalità organizzata, le “tutela la privacy”, come la statista Santanchè ha avuto brillantemente, e recentemente, modo di affermare. Mentre al Senato andava in scena “ogni maledetto 10 giugno”, Berlusconi ne combinava un’altra delle sue. Conferenza stampa con Zapatero. I due soliti leggii, le bandiere, le telecamere accese e i giornalisti pronti alla raffica di domande sotto l’occhio vigile del “velinaro” Paolino Bonaiuti. Silvio saluta Zapatero, gli stringe la mano, gli dice che è in odore di santità visto che è reduce dalla visita al Papa, poi si volta e se ne va. Zapatero prima ride, convinto di trovarsi di fronte all’ennesima sceneggiata del barzellettiere vincitore de La sai l’ultima, poi si rende conto che Silvio se n’è andato davvero. Lancia un’occhiata sconsolata all’inviato del Pais (quello delle domande irriverenti sulle sgallettate teenager dell’harem) e continua da solo, in un Paese non suo, a rispondere alle domande dei giornalisti. Tutti pensano che Berlusconi se ne sia andato per non rispondere alle domande sul ddl e invece no, Silvio se n’è andato perché il premier spagnolo, prima che da lui, era andato dal Papa e per Berlusconi, essere considerato inferiore al Papa, è un affronto intollerabile.

E così, cari blogger, tocca a noi. Saremo “costretti” a linkare le notizie dall’estero, da Radio Londra esattamente come sotto il regime fascista e l’occupazione nazista. Dalla Spagna ci fanno sapere che sono dalla nostra parte e che pubblicheranno le notizie che in Italia sarà impossibile rendere note. Sky proporrà la denuncia alla Corte di Giustizia europea, Antonio Di Pietro proporrà il referendum abrogativo, mentre la Fnsi ha già proclamato lo sciopero dell’informazione e la Cgil quello generale. Siamo, insomma, in piena mobilitazione e questa volta chi non scende in piazza e non ci mette la faccia, si rende complice di un delitto efferato che risponde al nome di “violazione dei diritti umani”. Occorre far capire a Silvio il birichino, e alla sua accolita di ruffiani lautamente stipendiati dallo Stato, che non ci stiamo, che ne abbiamo piene le scatole e che alla nostra libertà di informare e di essere informati, non rinunceremo mai.

Forse nessuno se ne è reso conto ma un blogger non iscritto all’ordine dei giornalisti non potrà rendere pubbliche notizie o inchieste realizzate da lui né pubblicare immagini di reati colte, ad esempio, con un telefonino. Dal canto loro gli iscritti sono messi nelle stesse condizioni perché i legacci di questa legge semplicemente impediranno di fare il loro mestiere. Saremmo costretti a fare come i paesi possessori di materie prime ma non in grado di lavorarle: invieremo le notizie all’estero e le riprenderemo linkandole dai siti stranieri. Se Berlusconi lo avesse previsto, lui che non sa neppure dove sia il tasto di accensione di un pc, avrebbe bloccato anche il web, come in Birmania, come in Cina alla cui messa in silenzio provvedono 40mila funzionari di stato e come in Iran dove, come tutti sanno, vige la più grande democrazia partecipata del mondo. Ultima perla, il ddl, una volta entrato in vigore, si applicherà anche ai processi in corso. Cosa volete sapere voi della “Cricca”? Delle “ripassatine” di Bertolaso? Di Stefano Cucchi? Quello che è fatto è fatto, quello che è detto è detto. Si cambia regime, si passa dalla dittatura mascherata a quella dichiarata. E per favore, non tirate il Presidente per la giacchetta, si infastidisce.


PS. Il popolo viola, che la scorsa notte protestava sotto palazzo Grazioli, è stato “attenzionato” dalla polizia. Prove tecniche di regime.


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