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Cari lettori, io non vi frego…

Creato il 11 settembre 2010 da Edizionialtravista
set 11, 2010 Vai ai Commenti by eBooksItalia Cari lettori, io non vi frego…

Scrivere può essere il sogno di una vita?

Certamente e Gianfranco Menghini ha cominciato ad inseguirlo fin da quando era una ragazzino. Un sogno ed una vocazione che ha coltivato con la serietà e la determinazione di chi ha la consapevolezza che bisogna molto conoscere e vivere se si vogliono raccontare delle storie, creare dei personaggi capaci di coinvolgere ed appassionare. Sì, perché Menghini aspirava fin dall’inizio al romanzo romanzo, voleva semplicemente creare e raccontare delle storie come hanno fatto da sempre i veri narratori. Quelli che non scrivono con l’obiettivo primario di entrare nella storia della letteratura ma che aspirano, innanzitutto, ad avvincere, emozionare, divertire i propri lettori.

Non aveva forse la stessa ambizione Alessandro Manzoni scrivendo “I Promessi Sposi”?

Per anni Gianfranco Menghini ha coltivato in silenzio il suo sogno e la sua vocazione. Mentre andava da un capo all’altro del mondo per una società petrolifera americana o faceva il tour operator a livello internazionale scriveva ed accumulava esperienze di vita ed alla fine, all’inizio della maturità, tornato a vivere nella “sua” Isola d’Elba, ha deciso di uscire allo scoperto. E, come è accaduto per tanti grandi della narrativa anglosassone, ecco che con la sua indubbia qualità di scrittura ha cominciato a regalarci una serie di romanzi che avvolgono e coinvolgono con storie, personaggi a tutto tondo, intrecci, intrighi, romanzi romanzi davvero appassionanti e tutti da leggere.

Ecco, tutti i romanzi di Gianfranco Menghini, vessato da qualche casa editrice e snobbato dalle più importanti, vengono pubblicati in eBook e sono disponibili su eBooksItalia pubblicati per i tipi di Simonelli Editore che se ne è assicurato l’esclusiva.

Menghini, quando ha cominciato veramente a soddisfare questa sua vocazione alla scrittura che aveva fin da piccolo?

«Ho iniziato a scrivere nel 1997 quando ho dovuto abbandonare la mia attività di Tour Operator per un grave incidente. Il perché? Mi ero illuso che gli editori avrebbero pubblicato subito quello che stavo scrivendo. In quel caso si trattava del primo romanzo: “I giorni della preda”».

Quali sono i libri che l’hanno più formata?

«Moltissimo la letteratura francese fino a fine ottocento e quella inglese fino al tardo novecento, di cui parlo e scrivo le lingue. E, in particolare della Rivoluzione Francese e della conseguente epopea napoleonica. Su quel periodo ho scritto una trilogia formata da tre volumi. Appunto dal mio primo romanzo “I giorni della preda” e poi da “L’anno del Virginia” e “L’ultimo viaggio”».

Cosa significa per lei scrivere?

«La ritrovata serenità. La calma, la pace ed avere la libertà, attraverso i miei personaggi, di esprimere i miei giudizi, i miei sentimenti più profondi e il mio senso della vita».

Lei ha lavorato per anni per una società pertolifera americana, e per questo motivo ha girato il mondo: come ha influito questo “vedere” nella sua scrittura?

«Ho calcolato di avere fatto circa venti giri del mondo. Ho visitato quasi tutti i luoghi della Terra. In particolare gli Stati Uniti che ho conosciuto Coast to Coast negli anni d’oro. New York, Boston, Philadelphia, Los Angeles, San Francisco ecc. Negli anni 50/60 erano luoghi mitici agli occhi di un italiano, figlio di una guerra assurda e disastrosa. Ricordando quel periodo, ho scritto il romanzo “Un calcio alla fortuna”».

E di cos’altro si nutre, secondo lei, la scrittura?

«Di fantasia. Tanta fantasia rapportata rigorosamente alla cultura. Se parlo di una battaglia napoleonica, mi attengo scrupolosamente all’evento storico, ma vi faccio partecipare, come osservatore, un mio personaggio. Vedasi “La Certosa di Parma” di Stendhal».

Lei vive e scrive all’Isola d’Elba: dopo tanto girare, una “tana” dove partorire storie?

«Un tana meravigliosa. Nella tranquillità quasi assoluta della mia casa prospiciente il giardino che curo amorevolmente, arricchendolo dei variegati colori di tanti tipi di rose, di iris e di margherite».

Quale ritiene sia l’aspetto più complesso della scrittura narrativa?

«Non c’è niente di complesso quando si scrive quello che si sa. Difficilmente consulto dei testi, nonostante la mia libreria ne contenga qualche migliaio, alcuni diventati rari e altri trattino di tutto lo scibile umano fino ai giorni nostri. Complesso è il dover scrivere di cose che non si sanno oppure dover chiedere agli specialisti del settore, come spesso fanno gli americani. Accade sovente che in appendice al libro che è stato loro pubblicato, aggiungano i ringraziamenti».

Qual è la sua idea di romanzo?

«La mia idea del romanzo è come aprire uno scrigno dove per tutta la vita hai tesaurizzato le cose che avevi di maggior valore. Non ho paradigmi, non faccio piani. Mi metto davanti allo schermo bianco del computer e inizio a scrivere. Giacchè lo faccio sin dalle cinque di mattina dopo un sonno ristoratore, sembra che nella mia testa ci sia un folletto che mi detta le parole».

Com’è cambiata la sua scrittura nel tempo?

«Seppure non me ne renda conto, la mia scrittura si è evoluta. Adesso, invece di correggere dieci volte il romanzo, me ne bastano solo cinque».

Cosa significa per lei raccontare una storia?

«Voglio darle una risposta scherzosa. Non ho, per mio disappunto, nipoti, seppure abbia due figlie splendide. Per questo, allora, desidero raccontare le mie storie ai miei lettori-nipoti putativi. Ce ne saranno? Mah!».

Cosa le piace e cosa non le piace della narrativa italiana di oggi?

«Non mi piace quello che scrivono le donne. Sempre di malattie e di disgrazie se non di amori più o meno corrisposti e detesto i libri dei giornalisti, indifferentemente tutti e, infine, – ma com’è possibile! – di giocatori, di personaggi televisivi e di altri clowns. La letteratura è una cosa seria. Ultima cosa. Costoro non conoscono nemmeno l’italiano. Pensi che alcuni hanno scambiare il verbo “essere” con “stare”».

Dia ai nostri lettori un motivo per leggere i suoi romanzi.

«Cari lettori, io non vi frego. Se iniziate a leggere un mio libro, vi dimenticherete pure di un appuntamento importante».

Categoria: Multimedia, Scrittori Tags: Gianfranco Menghini simonelli editore

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