Questa è la storia di Carletto un bambino che si credeva un draghetto, no, non un draghetto metaforico come quello del disegno, un draghetto nel senso che credeva di saper fare tutto. Era nato così, pieno di entusiasmo, tutto gli sembrava possibile, tutto gli sembrava bello. Le sue avventure che io vi racconterò, iniziarono molto presto. A otto mesi,la mamma aveva il vizio di metterlo in una scatola con le inferriate, lo chiamano box. Carletto aveva appena iniziato a gattonare e non gli andava proprio a genio di stare rinchiuso, proprio ora che poteva andare alla scoperta del mondo, aveva sempre solo guardato e desiderato toccare, adesso che poteva farlo lo avevano imprigionato. Non era giusto. La mamma lo lasciava lì e se ne andava per i cavoli suoi. Non era giusto. Carletto cercò vie di fuga, per giorni e giorni tentò di uscire dal box senza riuscirci. Ma un giorno attaccandosi alla rete e dondolando e dondolando riuscì a capovolgere la scatola maledetta e Carletto a gattoni se ne andò. Andò un po' qua e un po' là,finché si trovò sul balcone, tra i fiori. Che bello infilarsi coi piedini e lasciarli penzolare nel vuoto, quasi quasi riesco ad infilarmi del tutto e così scendo nell'erba sottostante, pensò Carletto. Mentre stava scivolando sotto le inferriate, arrivò urlando la mamma, con le mani sui capelli, pure piangeva, così Carletto tirò su gambe e piedini e gattonò verso il box, gli dava fastidio che la mamma si arrabbiasse e con il dito indice gli dicesse:"Non lo fare più. Questa volta però la mamma mi prese in braccio e mi sbaciucchiò, non la finiva più di darmi baci. E' stato ad otto mesi che ho capito che le donne sono strane.
immagine di Teoderica
Magazine Talenti
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