
Una vita da sogno, una vita pulita.
Ma si sa che, quando si prende la strada della realtà, difficilmente i sogni si avverano.
L'avevo promesso pochi giorni fa con Scarface.
Non esiste un Tony Montana senza un Carlito Brigante.
Sono come Batman e Joker, La sottile linea rossa e Apocalypse now, Beatles e Rolling Stones.
Stesso regista - un sempre tecnicissimo De Palma: attraverso i movimenti pare quasi sia in grado di far recitare la macchina da presa -, stesso attore protagonista - istrionico e sopra le righe, Pacino è sempre una garanzia -, dieci anni di distanza tra le pellicole per due storie legate a doppio filo con dramma e caduta.
Ma cosa rende differenti le parabole di Montana e Brigante?
La risposta giunge immediata e più semplice di quanto non si possa credere: il cuore.
Perchè tanto il famelico Tony - oserei dire quasi una versione giovane ed arrogante di Carlito - risale la china ritrovandosi sempre più solo per scelta e volontà, quanto lo stesso Carlito sprofonda negli abissi della condanna che fin dall'incipit pesa sulla sua testa lottando fino all'ultimo secondo per tenersi stretto il sogno che ha coltivato nel corso dei cinque anni passati dietro le sbarre, allontanando il destino che la strada disegna per quelli come lui con il pensiero di una vita normale, fuori dai giochi.
Ed è così che Carlito si dichiara: fuori dai giochi, ritirato. Nessun credito, nessun debito.
Solo l'offerta di gestire un locale accettata grazie al tributo di sangue lasciato dal nipote, troppo fragile per poter sopravvivere in una giungla come quella che ha reso Brigante una delle belve più ambite dai cacciatori di gloria, siano essi giudici o piccoli criminali in ascesa.
Lavorare duro, tenere un profilo basso, e portarsi a casa quei soldi che quasi permettono di poter toccare il sogno, sfiorarlo come fosse la pelle della propria donna, assaporare la passione fino in fondo.
E Carlito di passione se ne intende, perchè è un duro, tutto d'un pezzo, di quelli della vecchia scuola, che non tradiscono gli amici e ribollono sempre, anche quando tutti i loro sforzi si concentrano sul mantenere il controllo: e quando di fronte si ha una possibilità, allora anche le mezze tacche come Benny Blanco, che un tempo non avrebbero esistato a fare fuori, finiscono accompagnati fuori dal locale soltanto un pò ammaccati.
E' un errore, si dice Carlito, un rischio.
Eppure la forza si dimostra, a volte, senza mostrarla.
Con l'ex amico traditore Lalin - un grandissimo Viggo Mortensen - tra le mani, che quasi implora di essere ucciso dopo essere finito sulla sedia a rotelle, Brigante si sovrappone a Montana, che di fronte al suo boss in ginocchio diceva "Io non ti uccido. Manny: fai fuori questo pezzo di merda!", e come ferito sussurra "Io non ti uccido. Chiamo qualcuno che ti spinga fuori.".
E di colpo pare che il mondo moderno non abbia spazio, per uno come Carlito.
Troppo forte, forse. Troppo passionale. Troppo tutto.
Del resto, non ce n'era neppure per il più popolare Scarface, che quello stesso spazio era abituato a prenderselo, più che sudarselo giorno per giorno.
E così, accompagnato da una voce fuori campo che ci culla come meglio non si potrebbe, Charlie corre incontro alla morte con fiera rassegnazione, aggrappandosi sempre e comunque alla vita con le unghie e con i denti, ma soprattutto con il cuore.
E regalando al suo pubblico almeno tre sequenze da antologia - il biliardo e la sparatoria sul retro del barbiere in principio, la porta sfondata per raggiungere Gail e tutta la sequenza conclusiva, che ricorda i fasti de Gli intoccabili - ci prepara all'inevitabile: perchè Carlito Brigante, che è un Uomo, e non uno squalo come Kleinfeld, è inesorabilmente destinato a cadere al suo fianco.
Niente debiti, niente crediti. Pulito. Per ricominciare da capo.
Ma come si può ricominciare una vita intera quando la strada ha già parlato per noi?
Non si può. Non si può più nulla.
E di nuovo tornano alla mente i ragazzi terribili e clamorosamente umani di Romanzo criminale.
Ma non esiste nulla, per chi brucia così tanto.
Così, non resta che goderne fino in fondo, per scoprire quando sarà troppo tardi per essere ricuciti che quel sogno è stato bello anche solo accarezzarlo, come il ventre di Gail che ospita quello che sarà un Carlito migliore.
MrFord
"And now, the end is near,
and so I face the final curtain.
my friends, I'll say it clear;
I'll state my case of which I'm certain."
Frank Sinatra - "My way" -